19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
marketplace lending

Le banche europee chiedono aiuto alle startup del FinTech

Secondo un’inchiesta condotta dalla società di consulenza Manatt, il 72% dei CEO delle banche regionali o locali degli Usa ha pianificato una partnership con il FinTech nel corso nei prossimi 12-18 mesi. Ottime le partnership in Europa, per un'Italia che ancora annaspa

ROMA - Gli istituti bancari regionali o locali cominciano a guardare al mondo delle startup, in modo serio. Secondo un’inchiesta condotta dalla società di consulenza Manatt, il 72% dei CEO delle banche regionali o locali degli Usa ha pianificato una partnership con il FinTech nel corso nei prossimi 12-18 mesi. Del resto, come già annunciato da BorsadelCredito il 2017 sarà l’anno della cooperazione tra banche e social lending. Un’opzione che sarebbe particolarmente interessante anche per le banche territoriali italiane, le popolari e le banche di credito cooperativo che hanno rapporti con piccole e micro aziende alla ricerca di credito sempre più difficile da trovare ma che, neanche a dirlo, nessuna ha finora preso in considerazione.

Le banche guardano al FinTech
Diversa la situazione negli Stati Uniti, così come in Europa e non stiamo parlando solo delle banche inglesi che da sempre risultano più all’avanguardia nei confronti del settore FinTech. Stiamo parlando di veri e propri colossi sparsi un po’ da tutte le parti del Vecchio Continente. E pensare che la pioniera in assoluto è una spagnola: la banca Santander che dalla famigerata periferia è poi stata la prima europea a chiudere un accordo con un operatore di marketplace lending nel settore dei prestiti alle pmi, Funding Circle. La partnership non è esclusiva, nel senso che Funding Circle può stringerne altre con altre banche. E infatti, a gennaio 2015, lo ha fatto anche con Royal Bank of Scotland. La banca britannica ha seguito una strada simile a quella della spagnola, anche probabilmente sulla spinta dell’invito del governo a dirottare le imprese i cui requisiti non collimano con quelli bancari alle varie forme di finanza alternativa.

Marketplace lending e investitori
Le banche europee hanno iniziato a interagire con i marketplace lending anche con il ruolo di investitori. Lo ha fatto Metro Bank, che ha investito direttamente nella piattaforma Zopa, nei prestiti ai consumatori privati, con un’iniezione di liquidità nel maggio del 2015. Deutsche Bank, invece, lo scorso settembre, ha completato un’innovativa operazione di financing attraverso l’emissione di un bond da 150 milioni di sterline, con sottostante i prestiti al consumo del fondo P2P Global Investments (P2PGI). Gli impieghi sono originati sempre da Zopa: si tratta della prima volta in Europa e apre la strada a nuove forme di finanziamenti istituzionali per il p2p. Ci sono altre dozzine di esempi sparsi per l’Europa, dalla Francia all’Olanda, dalla Spagna alla Germania. Mentre l’Italia ancora annaspa e tiene lontane le startup del FinTech, viste come una minaccia.

Le forme di collaborazione
Le forme di collaborazione sono essenzialmente tre, sintetizzabili da altrettante sigle. La prima, BFB (Bank-Fintech-Bank), prevede che la banca usi i suoi canali per trovare richiedenti, la piattaforma fintech faccia la valutazione e la banca utilizzi i suoi depositi per finanziarlo. Nello scenario Fintech-Fintech-Bank (FFB), invece, la piattaforma online usa il suo canale per trovare richiedenti e la tecnologia del portale per sottoscrivere il prestito, mentre la banca fornisce il capitale. Bank-Fintech-Fintech (BFF) è infine il terzo scenario in cui la banca usa i suoi canali per trovare i richiedenti, ma la Fintech valida i prestiti e li finanzia.