17 agosto 2025
Aggiornato 23:30
Consumi online

Cresce l'e-commerce: in Italia vale 20 miliardi

Turismo, Elettronica e Abbigliamento guidano la classifica. In Italia il mercato e-commerce vale ben 20 miliardi di euro. Sempre più importante il contributo dei settori emergenti (Food & Grocery +30%, Arredamento e home living, Beauty, Giocattoli).

Cresce l'e-commerce: in Italia vale 20 miliardi
Cresce l'e-commerce: in Italia vale 20 miliardi Foto: Shutterstock

ROMA - Siamo una società che non ha più tempo di recarsi al negozio per comprare ciò che le serve. I consumi, le preferenze viaggiano sul web, diventato ormai la principale fonte da cui attingere praticamente qualsiasi cosa, dai vestiti, alla spesa, dall’intrattenimento alle notizie. E lo si fa soprattutto via mobile, abbandonando le vecchie postazioni fisse, scrollando le pagine web mentre si sta facendo il tragitto in metro o seduti al tavolino del bar durante la pausa pranzo. A confermare il trend ci pensano gli ultimi dati dell’Osservatorio e-commerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm che fanno chiarezza su quanto l’e-commerce sia diventato di fondamentale importanza in tutti i settori.

Cresce l’e-commerce
E continua a credere anche nel 2016: il valore degli acquisti online degli italiani fa segnare un +18% per un giro d’affari che sfiora i 20 miliardi di euro, tra prodotti (9 miliardi) e servizi (10,6 miliardi). Il Turismo si conferma il primo comparto con una quota del 44% e una crescita del 10%. Seguono Elettronica di Consumo, che vale il 15% e cresce del 28%, e Abbigliamento, che vale il 10% e cresce del 27%. Sempre più importante il contributo dei settori emergenti (Food & Grocery +30%, Arredamento e home living, Beauty, Giocattoli), che insieme valgono oltre 1,5 miliardi di euro e crescono con tassi compresi tra il +30 e il 50%. In poche parole, sul web compriamo praticamente di tutto.

Il concetto di cross
Una conferma che ci porta verso i nostri vicini europei, ma che comunque non ci consente di stare troppo al passo con loro. Facciamo passi, ma non riusciamo a recuperare terreno rispetto ai principali mercati stranieri (UK, Francia e Germania), dove l’e-commerce raggiunge penetrazioni da due a quattro volte superiori rispetto al Belpaese. «Nel 2016 si sono affermati nuovi modelli di business guidati dal concetto del cross - ha affermato Roberto Liscia, Presidente Netcomm -. Cross border, cross canalità e cross device: sono questi i termini che raccontano l’evoluzione dei nuovi modi di comportamento degli shopper». In particolare il mondo e-commerce si è sempre più caratterizzato con il concetto di upselling e cross-selling. L’Upselling e’ una strategia per vendere una versione superiore e piu’ costosa di un prodotto che il cliente gia’ possiede (o sta comprando). Il cross-selling e’ una strategia per vendere dei prodotti correlati a quel prodotto che il cliente gia’ possiede (o che sta comprando). Questi prodotti generalmente appartengono a differenti categorie, ma hanno caratteristiche complementari. Come il fieno per la mucca, o le batterie per un orologio da parete.

Retail e mobile
Il tasso di penetrazione degli acquisti online sul totale del retail passa dal 4% del 2015 al 4,7% del 2016 con i servizi al 9% e i prodotti al 3%. La penetrazione più elevata è del Turismo, pari al 29% mentre l’Informatica ed elettronica si attesta al 16%. Nel 2016 gli acquisti e-commerce da smartphone sfiorano i 3,3 miliardi di euro (suddivisi tra il 63% dei prodotti ed il 37% dei servizi), con una crescita del 63% rispetto al 2015. Negli ultimi tre anni il mercato è triplicato, a conferma dell’importanza di questo canale per il consumatore. Giocano un ruolo importante i siti delle flash sales e le marketplace. Per i servizi è preponderante l’acquisto di biglietti di trasporto e la prenotazione di alloggi.

Export
Il valore delle vendite da siti italiani a consumatori stranieri cresce nel 2016 del 17% e supera i 3,4 miliardi di euro. Turismo e Abbigliamento sono i comparti più incisivi e insieme rappresentano il 78% del mercato. Altri comparti dove i brand italiani godono di un’ottima reputazione all’estero (Arredamento, home living e Food&Grocery) contribuiscono ancora marginalmente all’export, per un’offerta poco sviluppata e complessità operative.