24 marzo 2025
Aggiornato 23:00
Al Wired Next Fest

Innovazione, cosa ne pensa Renzi in 5 frasi

Al Wired Next Fest di Firenze il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha parlato di innovazione, del rapporto della politica con la tecnologia e dei social network. Ecco il suo discorso riassunto in 5 frasi.

FIRENZE - Al Wired Next Fest di Firenze ha partecipato anche il premier Matteo Renzi. Un evento che ha visto salire sul palco numerosi personaggi del panorama politico, culturale e innovativo dei giorni nostri, con incontri, workshop e conferenze per parlare di tecnologia, innovazione e del futuro che ci attende. Tra i personaggi come l’astronauta Luca Parmitano, l’inventore delle emoticon Scott E. Fahlamn e Zerocalcare, anche il premier Matteo Renzi che si è concentrato sull’importanza dei social network e sull’innovazione come vera leva politica, economia e culturale per il nostro Paese. Abbiamo riassunto il suo discorso in 5 frasi.

Modello Usa per l’innovazione
«Per me il modello dell'innovazione a cui guardare è quello degli Usa, con tutto il rispetto per le tante altre esperienze positive che ci sono in giro per il mondo. L’innovazione non è una questione solo per addetti al settore, per tecnocrati, per tecnici. E’ una questione che i governi devono affrontare e affrontano: ci stiamo provando anche noi in Italia, e in alcuni casi funziona».

E’ una questione di conoscenza culturale
«Noi abbiamo bisogno di cambiare la testa, il telefonino diventerà la mia banca e il mio ufficio e molto altro ancora. O siamo in grado di creare un sistema semplice, oppure non saremo mai innovativi. Quanti conoscono il sistema di Dichiarazione Telematica dei Redditi? Siamo partiti due anni fa, ma solo 2 milioni di persone vanno in automatico. Per cambiare forse dovremo dire stop. L’unica soluzione è spostare ogni giorno sempre un po’ più in là l’asticella degli obiettivi. Fare un passo alla volta. E’ necessario cambiare la mentalità a partire dalle cose complete».

Partire dai bambini
«La scommessa parte dal coding alle scuole elementari. La sfida è arrivare al punto di mia figlia, che in vacanza mi ha messo le applicazioni sull’iPad. Per lei è una cosa naturale e semplice. Dobbiamo arrivare a un punto che lo sarà anche per noi. Non dobbiamo per forza aspettare il cambio generazionale».

La responsabilità sui social
«I social sono un meraviglioso modo di interloquire con gli altri e in alcuni casi però sono anche una gigantesca fogna. Ma in questo caso non è colpa dei social, ma di chi ne fa uso. Occorre un' educazione alla responsabilità personale, perché è difficile capire qual è il confine giusto, capire cosa resta e cosa non resta».

Serve la banda larga
«Prima si andava malissimo, ora si va benino, ma è una magra consolazione. La crescita non è un gran ché, che si faccia +0,8 o 0,7 è meglio di prima, ma noi dobbiamo tendere al 2%. In ogni caso siamo ancora molto lontani. In questo senso l’economia digitale può servire e serve la banda larga perché la nostra società si misura in giga».