Le etichette del futuro indicheranno quanto sport per smaltire il prodotto
Le etichette potrebbero indicare quanta attività fisica è necessario fare per smaltire il 100% del prodotto. Lo studio inglese evidenzia che il 53% delle persone sarebbe disposto a cambiare i propri comportamenti
LONDRA - Sono 641 milioni le persone al mondo che soffrono di obesità. Un dato allarmante se si considera che è praticamente sestuplicato rispetto a 40 anni fa quando, sull’interno pianeta, se ne contavano «solo» 105 milioni. Che fare? Questione probabilmente di tempi - si sono accelerati e l’esigenza del fast food si è fatta predominante - e di cultura, quella che spesso manca quando si parla di dieta. Alle nuove generazioni spetta anche di combattere questa piaga, a livello sociale, tra le peggiori.
Etichette con calorie da smaltire
Se da una parte possiamo conoscere facilmente le calorie contenute in un alimento perché le vediamo sull’etichetta, dall’altra non conosciamo quanto tempo impieghiamo e cosa potremmo fare per smaltirle. Se non siamo particolarmente ferrati su dieta e palestra, sapere che un hamburger mediamente farcito contiene 500 calorie, può lasciarci indifferenti. Magari saper che dovremmo fare una camminata veloce di oltre 80 minuti per smaltirlo, potrebbe convincerci a optare per un pasto più sano. Perché le etichette non indicano questo genere di informazioni? La campagna arriva da oltre Manica ed è la nuova proposta della Royal Society for Public Health inglese ed è quella di pubblicare sulle confezioni dei vari alimenti le indicazioni di quanto allenamento sarebbe necessario per smaltire al 100% il contenuto.
Per combattere l’obesità
Ci sarebbe l’icona della bicicletta, oppure quella della corsa e ancora del nuoto, corredata dal numero di minuti - o di ore - necessarie per smaltire completamente il prodotto se si fa quella specifica attività. Certo, si tratterebbe di un dato approssimativo, considerando che i valori variano a seconda del sesso dell’utente, della sua corporatura e dell’età. In ogni caso un buon modo per capire davvero cosa si sta mettendo sotto i denti. Secondo la ricerca, peraltro, il 63% delle persone sarebbe favorevole a questa muova indicazione, mentre il 53% cambierebbe i propri comportamenti, dopo aver visto quanta attività fisica richiede lo smaltimento della calorie contenute in un determinato alimento. Detta in soldoni? Lo studio della Royal Society for Public Health osserva che le persone sono tre volte più disponibili a impegnarsi in un’attività fisica se vedono l’indicazione sulle calorie equivalenti.
La lotta alle lobby
Il settore del marketing diretto alla sensibilizzazione di una corretta alimentazione è in forte crescita ed è un settore su cui si può investire con un discreto successo. Di fatto, sistemi di questo tipo, potrebbero invogliare il consumatore ad effettuare una scelta più consapevole, spingendolo verso prodotti più sani e atteggiamenti più virtuosi (quasi inconsapevolmente). A patto che la strategia funzioni bene e amministrazioni e aziende siano disposte a confrontarsi contro le lobby. Tutti i generi di prodotti, infatti, dovrebbero indicare le attività equivalenti e, a livello globale, l’impresa è piuttosto ardua. Forse si potrebbe iniziare con i menù nei ristoranti, operazione già tentata negli Stati Uniti, ma con scarsi risultati.