28 marzo 2024
Aggiornato 19:30
cibo mad ein Italy all'estero

Eattiamo, il «cuore italiano» di ogni food e-commerce

Eattiamo è la piattaforma online che fa da vetrina digitale ai produttori artigianali e vende il cibo Made in Italy in tutto il mondo. Ora vola a New York ed è la prima startup italiana a partecipare a X-Food, uno dei programmi di accelerazione più prestigiosi al mondo

LA SPEZIA - Quante volte ci è capitato di fare un viaggio, magari dall’altra parte del mondo, e doverci accontentare di cibo spazzatura? Oppure di trovare prodotti italiani che, del Made in Italy, avevano solo l’etichetta? Che poi, non è neppure necessario andare troppo lontano. Basta oltrepassare le Alpi per renderci conto che la nostra cucina si può trovare solo a casa nostra. Ma perché è così difficile trovare prodotti italiani all’estero? «In Italia abbiamo circa 400mila produttori artigianali di cibi - ci racconta Pietro Guerrera, generale manager della startup Eattiamo -. E solo il 2% vende online. Il restante 98% dei produttori, benché siano elettrizzati da internet e dalle nuove soluzioni di e-commerce, delle volte non hanno neppure un cellulare e sono totalmente slegati dal nuovo concetto di vendita online».

Il cuore italiano di ogni e-commerce food
Ed ecco che parte la sfida, quella di Eattiamo, la piattaforma che seleziona i piccoli produttori locali di cibo e li catapulta nel mondo dell’e-commerce. «Arriviamo tutti da esperienze all’estero per motivi di lavoro e di piacere - continua Pietro - Simona Morachioli, Francesco Pelosi, Nicholas Figoli, Filippo Lubrano insieme a me ci siamo trovati di fronte all’impossibilità di trovare cibo di qualità italiano all’estero e abbiamo pensato di ovviare a questo problema lasciando fare agli artigiani quello che sanno fare meglio, cioè produrre. Noi ci occupiamo di tutto il resto». Sì, ma in concreto qual’è tutto questo resto? Eattiamo si occupa del business, del social marketing, attraverso fotografie professionali dei prodotti selezionati, di recensioni sia in italiano e in inglese (ad opera di una professionista arrivata dritta dritta dall’Università di Pollenzo), attraverso la creazione di servizi di marketing, la partecipazione a fiere o eventi importanti. In più, il team di Eattiamo ha messo in pratica uno dei detti più importanti: «Fai del tuo nemico il tuo migliore amico». «L’obiettivo è diventare il ‘cuore italiano’ di ogni e-commerce mondiale - continua Pietro -. Per questo motivo abbiamo scelto di collaborare con i nostri più agguerriti competitor, Amazon ed Ebay. Chi vuole comprare cibo italiano non deve venire in Italia, deve venire da noi. Sulla nostra piattaforma sono disponibili recensioni e fotografie di oltre 60 produttori. In un anno abbiamo fatto 1500 spedizioni in Scozia, Svizzera, Francia, Germania, Belgio e Inghilterra». Insomma, in poche parole l'artigiano produce ed Eattiamo gli fa da vetrina digitale.

Eattiamo vola a New York
La strada è stata lunga (qualcuno del team ha anche abbandonato lavori di successo come Procter & Gamble in Germania). Analisi di mercato, ricerca del proprio market place, dei produttori giusti e il desiderio supremo di fare qualcosa legato al territorio, quello ligure, dove non c’è solo turismo, ma anche incredibili risorse imprenditoriali. «Come in tutte le startup la difficoltà sta nel tradurre quella che è un’idea in un progetto concreto - afferma Pietro - . Il primo aiuto economico è arrivato da H-Farm che ci ha creduto sulla parola e ci ha dato una mano considerevole nel processo di accelerazione». E poi ora l’ingresso in Food-X, uno tra i più importanti programmi di accelerazione nel campo della food innovation, a New York. «Saranno 14 settimane di mentorship e di lavoro dove capiremo come procedere e soprattutto se creare un formato solo per il mercato statunitense - ci dice Pietro -. Siamo la prima startup italiana a partecipare a questo programma e l’unica dell’Europa in questa edizione». Ma qual’è il segreto di co-tanto successo? «Il team, sicuramente un team di persone alle quali non manca davvero nulla e che ha maturato esperienze incredibili e poi l’autenticità e l’italianeità dei prodotti. Insomma, partiamo con le carte in regola». E noi non possiamo fare altro che augurargli buona fortuna!