28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Tim Cook dà picche

Strage di San Bernardino, Apple rifiuta di decrittare l'iPhone dell'attentatore

Il governo ha la necessità di decrittare l'iPhone appartenuto a uno dei due attentatori, ma Apple si rifiuta di effettuare l'operazione: «Se la procedura richiesta dall’FBI finisse, infatti, nelle mani sbagliate il software potrebbe sbloccare qualsiasi dispositivo»

SAN BERNARDINO - Apple si sarebbe rifiutato di intervenire volontariamente al fine di decrittare un’iPhone posseduto da uno dei due attentatori della strage di San Bernardino, in California, avvenuta lo scorso 2 dicembre in un centro per disabili e nella quale morirono 14 persone (23 i feriti). Secondo quanto emerge dai documenti depositati in tribunale, il colosso Cupertino, si sarebbe rifiutato decrittare volontariamente il dispositivo, rendendo necessario l’intervento del giudice che ha quindi ordinato la decrittazione dello smartphone stesso.

Apple rifiuta la decrittazione
Ad Apple il giudice ha chiesto di decrittare i contenuti all’interno di un iPhone 5c posseduto da Syed Farook, che con la moglie, uccise 14 pazienti del centro di assistenza per disabili di San Bernardino. I contenuti dello smartphone sono, infatti, crittografati e, malgrado l’intervento del governo, solo Apple ha i mezzi tecnici ed esclusivi per intervenire. L’azienda di Cupertino si sarebbe, tuttavia, rifiutata di fare la decrittazione rendendo necessario l’obbligo disposto da giudice per il prosieguo delle indagini. Secondo il documento emesso dal giudice Apple ha 5 giorni di tempo per offrire "assistenza tecnica ragionevole" al fine di recuperare i dati dall'iPhone 5c, inclusa la possibilità di superare la fase di auto cancellazione dei dati e la possibilità di offrire agli investigatori un numero illimitato di password per procedere a sbloccare il dispositivo.

La risposta di Tim Cook
La risposta da parte di Apple arriva direttamente dal sito dell’azienda con una lettera a firma del CEO, Tim Cook, il quale risponde al giudice dichiarandosi contrario a decrittare i propri iPhone, "compromettere la sicurezza dei nostri dati personali può mettere a rischio la nostra sicurezza personale. È per questo che la crittografia è diventata così importante per tutti noi». Nella lettera Tim Cook ribadisce la condanna del terribile attentato e rivendica la collaborazione offerta all’FBI sin dai giorni successivi l’attentato. Ora, tuttavia, il governo chiederebbe «qualcosa che semplicemente non abbiamo e riteniamo pericoloso creare. In pratica ci hanno chiesto di realizzare una backdoor per l'iPhone». Se la procedura richiesta dall’FBI finisse, infatti, nelle mani sbagliate il software potrebbe sbloccare qualsiasi dispositivo.