29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Giovani & Internet

Facebook, aumentano i baby-navigatori

I pediatri ai genitori: «Non sbirciate i loro profili. I social network altro non sono che la proiezione in rete delle relazioni vissute quotidianamente»

ROMA - I profili sui social network sono come i diari segreti, e non vanno assolutamente sbirciati. Neanche con la scusa di voler proteggere i propri figli, anche se appena adolescenti, dalle insidie della rete. È quanto sostengono i neuropsichiatri e gli psicologi dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, secondo cui la chiave per proteggere i propri figli - soprattutto se molto giovani - dalle insidie di internet e del mondo virtuale è instaurare con loro un dialogo: un rapporto basato sulla fiducia e sulla comprensione è l'unico modo per far sì che i ragazzi, senza sentirsi giudicati, facciano riferimento ai genitori in caso di dubbi e «stranezze» accadute durante la navigazione.

«I social network - spiegano gli esperti del Bambino Gesù - altro non sono che la proiezione in rete delle relazioni vissute quotidianamente. Non ci si può quindi aspettare che un bambino, o ancor di più un adolescente, accetti di sentirsi osservato attraverso la rete».
Al contrario, non c'è nulla di più scorretto che cercare di proteggerli «chiedendo» loro l'amicizia in rete, sperando poi di riuscire a spulciare tra i loro contatti, o, peggio, di entrare nei loro profili per carpirne interessi e segreti. I ragazzi in rete esprimono emozioni, pensieri e gusti, e affidano ai social network anche sfoghi personali: importante è imparare a proteggerli salvaguardando la loro privacy. E ricordare che entrare nel profilo di un figlio è come sbirciare nel suo diario segreto.