20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Social network

Internet: Facebook chiude account senza preavviso e motivo

Per Adoc danno irreparabile per utente e comunità

Account chiusi da Facebook senza motivo e senza preavviso. Un fenomeno sempre più in aumento sul principale social network della rete, che ha visto coinvolto ultimamente anche Vittorio Zambardino, autore del blog «Scene digitali« presente sul sito di Repubblica.

«Sosteniamo, come Adoc, la denuncia di Zambardino nei confronti di Facebook - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - reo di aver chiuso l'account senza motivi plausibili e senza un adeguato preavviso. Purtroppo è l'ennesimo caso segnalato di chiusura di profili attuata in maniera incomprensibile e improvvisa, spesso per apparenti motivi politici, o addirittura inspiegabili. Facebook, agendo in questo modo, crea un danno irreparabile all'utente, privandolo della rete di contatti e attività, come gruppi e cause, creata nel tempo, e alla comunità stessa, che vede venire meno un partecipante attivo. E l'azienda non ne risponde né economicamente né socialmente, non ripristinando in tempi brevi l'accesso all'account. Il ruolo dei social network è sicuramente fondamentale per lo sviluppo della comunicazione, della coesione sociale e della democrazia stessa, ma non possono essere gestiti in maniera autocratica. Facebook deve rispettare le regole di rispetto e condotta come in un qualsiasi rapporto commerciale, anche se a base gratuita, e deve garantire maggiormente la privacy, basandosi su un regolamento che sia chiaro, trasparente e condiviso dagli utenti. Ci riserviamo l'opportunità di chiedere un incontro con gli amministratori del sito, promuovendo un coordinamento legale che miri al rispetto delle leggi».

L'Adoc individua nei social network un terreno fertile per la diffusione dello stalking
«Il 10% dei casi di stalking registrato dal nostro sportello virtuale è rappresentato da diffamazioni e dichiarazioni di scherno e offensive lasciate su blog e social network - continua Pileri - dove sta prendendo piede un fenomeno sempre più diffuso e grave, il furto d'identità o personalità. Pensiamo alla possibile creazione di pagine false. In questo caso le opinioni espresse o le foto condivise dal falso proprietario potrebbero provocare un forte disagio sociale alla vittima, tanto da sfociare in stress, ansia o depressione. E' preferibile che l'azienda americana orienti i suoi sforzi nel combattere questo fenomeno piuttosto che chiudere profili incolpevoli senza addurre spiegazioni valide e sufficienti.«