Assange, la Svezia archivia le accuse di stupro: «Non potrò mai perdonare»
Dal balcone dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra dove è rifugiato dal 2012 il fondatore di Wikileaks ha commentato l'archiviazione delle accuse di stupro da parte della procura svedese
ROMA - Dal balcone dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra dove è rifugiato dal 2012, il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha salutato «la vittoria importante» dopo l'archiviazione da parte della procura svedese delle accuse di stupro. «Mentre oggi era un'importante vittoria e un'importante assoluzione, la strada è ancora lunga. La guerra, la guerra vera è appena iniziata. Il Regno Unito ha detto che mi arresterà comunque. Ora, gli Stati Uniti, il direttore della Cia e il procuratore generale americano hanno detto che io e altri membri dello staff di Wikileaks non abbiamo diritti. Che non abbiamo i diritti del Primo emendamento e che il mio arresto e l'arresto del nostro staff è una priorità. Ciò non è accettabile». Assange ha inoltre sottolineato: «Sette anni senza colpe, mentre i miei figli crescevano senza di me. Ciò è qualcosa che non posso perdonare, qualcosa che non posso dimenticare", ha concluso l'informatico australiano. L'australiano ha sempre respinto le accuse rivoltegli da una trentenne svedese nell'agosto 2010. La donna si è detta invece scioccata dopo l'annuncio della magistratura svedese.
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