19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Washington si prepara alla cerimonia di insediamento

Trump attacca la Nato: «Obsoleta». Mosca: «Una reliquia con obiettivo lo scontro»

Il presidente americano Donald Trump è tornato ad attaccare l'Alleanza atlantica e a chiedere ai suoi membri un maggiore impegno economico

ROMA - E' quasi tutto pronto a Washington per il 20 gennaio, giorno in cui Donald Trump diventerà ufficialmente il 45esimo presidente degli Stati Uniti. Si fanno le prove generali, tra ingenti misure di sicurezza, per la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca che già si presenta insolita, con la scelta di un presentatore diverso rispetto a Charles Brotman, che ha annunciato tutti i presidenti americani fin dal 1957, e ora è stato «scaricato».

L'attacco di Trump alla Nato
Ma le polemiche che precedono l'arrivo di Trump riguardano soprattutto le sue dichiarazioni. In un'intervista al quotidiano tedesco «Bild» e al britannico «Times», il presidente eletto ha attaccato la Nato, rimproverando gli stati membri di non pagare la propria parte per la difesa comune e di appoggiarsi sugli Stati Uniti. «L'Alleanza Atlantica è obsoleta - ha detto - perché è stata concepita tanti e tanti anni fa", e "i paesi membri non pagano ciò che dovrebbero».

Stoltenberg: fiducioso nell'impegno Usa
La Nato ha riaffermato oggi la sua «fiducia assoluta» nel mantenimento di «un impegno forte» degli Stati uniti nell'Alleanza atlantica con l'amministrazione di Donald Trump, nonostante le critiche espresse dal presidente eletto degli Stati uniti che la giudica un'organizzazione «obsoleta». Sollecitata a rispondere alle ultime affermazioni dell'inquilino della Casa bianca, la Nato ha rilanciato le parole pronunciate il 6 dicembre scorso dal segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg. «Sono assolutamente fiducioso nel fatto che gli Stati uniti vogliano conservare il loro impegno forte nella Nato, nei legami transatlantici e le garanzie di sicurezza per l'Europa».

Rassicurazioni?
Queste assicurazioni sul mantenimento dell'impegno americano nella Nato «è il messaggio chiaro che ho ricevuto quando ho parlato con Trump nei giorni successivi all'elezione», aveva sottolineato ancora Stoltenberg. D'altra parte, ha ricordato oggi il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier arrivando a Bruxelles per una riunione con gli omologhi europei, il giudizio di Trump «è in contraddizione con quanto ha detto il ministro della Difesa americano nel corso della sua audizione a Washington appena pochi giorni fa». «Vedremo quali saranno le conseguenze per la politica americana», ha aggiunto Steinmeier, pur ammettendo che «le dichiarazioni del presidente eletto Trump, che considera la Nato obsoleta, sono state accolte con preoccupazione».

Riunione dei ministri a Bruxelles
La riunione dei 28 ministri degli Affari esteri europei oggi a Bruxelles «sarà verosimilmente influenzata, se non determinata, dalle dichiarazioni del presidente americano eletto, che hanno suscitato stupore e agitazione a Bruxelles, e suppongo, anzi sono certo, non solo a Bruxelles», ha commentato Steinmeier, che questa mattina ha avuto un colloquio con il segretario generale della Nato.

Il commento del Cremlino
Intanto, questa mattina, il Cremlino ha espresso una posizione concorde con quella di Trump, rilanciando. L'Alleanza Atlantica «difficilmente può essere definita moderna e in linea con le idee di stabilità e sicurezza», ha dichiarato il portavoce del presidente russo Vladimir Putin. Dmitri Peskov, riportato dalle agenzie di stampa russe, ha definito la Nato «una reliquia, che ha come obiettivo sistemico lo scontro».

Brexit grande successo
Nella stessa intervista Trump si è espresso anche sulla Brexit, affermando che sarà «un grande successo», e che gli Stati Uniti concluderanno «rapidamente» un accordo commerciale con il Regno Unito, che assicurerà condizioni vantaggiose a entrambi, aggiungendo che secondo lui «altri paesi lasceranno l'Unione europea», seguendo l'esempio della Gran Bretagna. Il motore della disintegrazione europea per lui sarebbe la crisi migratoria e la colpa sarebbe in gran parte della cancelliera Angela Merkel, che avrebbe commesso un «errore catastrofico» aprendo le porte ai migranti.