Egitto indignato per il video della coppia nuda che fa sesso in cima alla piramide di Giza
Le autorità egiziane hanno aperto una inchiesta sul video della coppia nuda sulla cima della piramide di Giza
GIZA - Le autorità egiziane hanno aperto una inchiesta sul video della coppia nuda sulla cima della piramide di Giza, la cui diffusione sui social ha provocato una ondata di indignazione nel Paese. Lo ha annunciato il ministero delle Antichità. Nel filmato si vedono un ragazzo e una ragazza che scalano di notte una piramide presentata come quella di Giza: poi i due ragazzi nudi, all’alba, in una posa inequivocabile ma sfumata. Il video è stato postato su YouTube l’8 dicembre dal fotografo danese Andreas Hvid che sostiene di aver scalato la piramide con una amica a fine novembre. Il filmato ha raccolto più di 2,5 milioni di visite.
Rabbia e polemiche - Molto rapidamente ha suscitato rabbia e polemica in Egitto dove in molti vi hanno visto delle azioni irrispettose del patrimonio egiziano. «Una civiltà di 7.000 anni si è trasformata in una scenografia per una scena di sesso», ha scritto un internauta egiziano su Twitter. «Vogliono attentare alla dignità e alla fierezza degli egiziani perché la piramide riflette la gloria e la grandeur del popolo egiziano», ha affermato un altro. Le autorità hanno tuttavia espresso dei dubbi sulla autentiticà delle immagini e hanno ordinato una inchiesta.
Aperta un'inchiesta - «La procura egiziana ha aperto una inchiesta sull’atto del fotografo danese e sull’autenticità del video e delle fotografie dall’alto della piramide di Cheope che ha pubblicato», ha dichiarato all’Afp Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle Antichità egiziane. Se queste immagini sono state veramente girate sulla cima della piramide, si tratterebbe di un «crimine estremamente grave», ha aggiunto. E’ vietato in Egitto scalare le piramidi. Ogni anno però numerose persone tentano l’impresa. Nel 2016 ad un turista tedesco che aveva scattato foto e girato video dopo aver scalato la Grande piramide era stato vietato l’ingresso in Egitto «a vita».