Con il «ritorno volontario» l'Oim ha rimpatriato 20mila migranti in Libia
Quasi 9mila migranti sarebbero stati rimpatriati dalla Libia nei primi sei mesi del 2018, come parte di un programma di "ritorno volontario" guidato dall'Oim

TRIPOLI - Quasi 9.000 migranti sarebbero stati rimpatriati dalla Libia nei primi sei mesi del 2018, come parte di un programma di "ritorno volontario" guidato dall'Organizzazione internazionale per le Migrazioni: lo ha dichiarato oggi un funzionario dell'Oim. Secondo Jomaa Ben Hassan, coordinatore di questo programma nella capitale Tripoli, 8.938 migranti irregolari provenienti da 30 Paesi in Africa e Asia, sono tornati nel loro paese nella prima metà dell'anno. Queste statistiche non tengono conto però dei migranti con lo status di rifugiato che sono stati evacuati in un paese terzo dall'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), ha dichiarato Ben Hassan. A metà giugno, il capo dell'Unhcr, Filippo Grandi, ha spiegato che solo meno di 2.000 rifugiati evacuati dalla Libia erano stati ammessi nei paesi di accoglienza e ha chiesto a questi paesi di accelerare le procedure per i richiedenti asilo.
30mila rimpatri nel 2018
L'Oim ha rimpatriato quasi 20.000 migranti nel 2017 e vorrebbe aumentare questo bilancio a 30.000 entro il 2018 come parte del suo programma di "ritorno volontario». Questa organizzazione ha accelerato il ritmo delle partenze verso la fine del 2017, dopo lo scandalo seguito alla trasmissione a novembre di un documentario della Cnn che mostrava migranti africani venduti come schiavi vicino a Tripoli. All'epoca della dittatura di Muammar Gheddafi, rovesciato e ucciso nel 2011, migliaia di migranti hanno attraversato i confini meridionali della Libia per 5.000 km, soprattutto per provare la traversata del Mediterraneo verso l'Europa. La situazione è peggiorata dopo la caduta di Gheddafi, con i trafficanti che approfittano del caos che regna in Libia per inviare ogni anno decine di migliaia di migranti in Italia, distante circa 300 chilometri dalla costa libica. Molti migranti, intercettati o soccorsi in mare, si ritrovano detenuti in centri di detenzione e optano per il rimpatrio.
A Rabat un osservatorio sulla migrazione
La notizia arriva nello stesso giorno in cui i leader dell'Unione africana hanno creato un osservatorio sulla migrazione e lo sviluppo, in occasione del vertice dell'Ua che si è chiuso oggi a Nouakchott. L'Osservatorio africano per la migrazione e lo sviluppo (OAMD), la cui "attuazione è stata proposta dal Marocco, avrà sede a Rabat", ha detto il capo della diplomazia marocchina, Nasser Bourita, durante una conferenza stampa a Nouakchott, a margine del summit dell'Ua. "I leader africani hanno preso questa decisione e affidano a questo importante nuovo strumento la missione di federare le strategie nazionali degli Stati africani e di interagire meglio con i loro partner stranieri", ha affermato il ministro. Bourita ha poi respinto la recente proposta dell'Unione europea di creare "piattaforme di sbarco regionali" di persone salvate in acque internazionali. "Il Marocco respinge categoricamente l'idea di questa piattaforma che considera inappropriata, è una soluzione facile che può essere solo controproducente", ha affermato. "Il tragico destino dei migranti africani ai confini dell'Europa oggi aumenta a dismisura con il ripetersi di pratiche intollerabili contro queste persone nella stessa Africa", ha detto da parte sua il presidente della Commissione dell'Unione africana Moussa Faki Mahamat, in un tweet pubblicato domenica.
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