Sapete quanto ha preso Obama per il suo intervento a Milano? Non ci crederete mai
Dopo i 400mila euro per aver tenuto un discorso per Wall Street, l'ex Presidente americano per la sua ospitata a Milano al convegno Seeds & Chips avrebbe ricevuto la bellezza di 3,2 milioni di dollari

WASHINGTON - L'ex presidente Barack Obama torna a far sentire la sua voce. Dopo la vacanza esotica insieme alla moglie Michelle, occasione per i due coniugi per dedicarsi alla stesura di due libri di memorie (di cui la Penguin, pare, si è aggiudicata i diritti per la bellezza di 60 milioni di dollari), l'ex inquilino della Casa Bianca è tornato più combattivo che mai. Prima, seguendo le orme del suo ex segretario di Stato Hillary Clinton, ha tenuto un discorso per Wall Street; poi, è stato accolto a Milano con tutti gli onori per partecipare alla conferenza sull’impatto di tecnologia, innovazione e cambiamento climatico Seeds & Chips.
A Milano per 3,2 milioni di dollari
E se già il compenso ricevuto in occasione del primo evento - di cui vi abbiamo già parlato - 400mila dollari, quello che Obama ha incassato per il secondo vi lascerà a bocca aperta: perché, secondo The Express, l'ex presidente si sarebbe intascato 3,2 milioni di dollari. In effetti, non si può dire che l'arrivo di Obama nel capoluogo meneghino sia passato inosservato, visto che l'ospite illustre avrebbe portato con sè un convoglio di 14 automobili, un elicottero e una scorta di 300 poliziotti, e avrebbe prenotato per il suo staff l'intero piano dell'hotel dove alloggiava.
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Cifre da capogiro
Di certo, sono cifre che fanno scalpore. Soprattutto perché dall'Obama del «yes we can» non ce le si aspetterebbe. Ma l'ex Presidente non sembra provare il benché minimo imbarazzo per tale circostanza. Anzi. Il suo portavoce Eric Schulz ha risposto così a chi criticava Obama per essersi intascato 400mila dollari dopo aver tenuto un discorso per Wall Street: «Riguardo a questo o a qualsiasi altri discorso che io abbia fatto con la sponsorizzazione di Wall Street, vorrei far notare che, nel 2008, Barack Obama aveva già raccolto da Wall Street più denaro di qualsiasi altro candidato nella storia – e nonostante ciò è riuscito a far passare e a implementare le più dure riforme su Wall Street dai tempi di Franklin D. Roosevelt».
Obama il regolamentatore di Wall Street? Non proprio
Il portavoce di Obama fa riferimento alla legge Dodd-Frank, voluta da Obama nel 2010 nel tentativo di far sì che non si ripetesse più una crisi come quella del 2008. Eppure, i risultati di tale norma non sono stati rosei come l'allora presidente si attendeva. Obama dichiarò allora che la legge avrebbe favorito la ripresa dell’economia, che sarebbe finita l’epoca delle banche troppo grandi per fallire e che sarebbe stata promossa la stabilità finanziaria. C'è chi sostiene che la Dodd-Frank, infatti, anziché colpire Wall Street, abbia colpito l'economia reale, perché la complessità della norma avrebbe finito per mettere in difficoltà non tanto la grande finanza, quanto le banche e le società finanziarie locali e di comunità, che erogano la maggior parte dei prestiti alle piccole imprese. Tra i punti deboli della legge, secondo alcuni economisti, il fatto di aver concentrato rischi sistemici (derivati) in stanze di compensazione, e poi di aver indicato tali stanze di compensazione come troppo grandi per fallire. Sancendo per legge, peraltro, i salvataggi finanziati dai contribuenti. Non solo: c'è chi ha sostenuto che uno degli errori più grandi sia stato quello di conferire ai burocrati il controllo di grandi aree dell'economia.