Macron e l'utopia dell'«integrazione mista» tra città e periferie
La Stampa anticipa un brano del libro «Rivoluzione» di Emmanuel Macron a proposito della sua idea di Francia: una Francia dall'integrazione mista tra grandi centri e periferie
PARIGI - Riconciliare i due volti e le diverse realtà della Francia, il Paese delle grandi città e delle periferie: è la parte forse più difficile del «sogno» di Emmanuel Macron, descritto nel libro «Rivoluzione" e che ora diventa necessariamente impegno elettorale e poi, se il 7 maggio vincerà il secondo turno delle presidenziali, compito del nuovo capo dello Stato. Il suo libro arriva domani in libreria anche in Italia e oggi La Stampa ne pubblica un brano, dove il candidato del movimento «En Marche» riflette proprio sulla spaccatura portata alla luce, poi, dal primo turno delle presidenziali.
Sogno di unificazione
«Il sogno francese è sempre stato un sogno di unificazione. Da Parigi, l'azione dello Stato è stata per lungo tempo un'azione uniformatrice, intesa a estendere gli stessi servizi e le stesse infrastrutture a tutti i territori della Francia. Da alcuni anni, però, nessun Paese appare frammentato quanto il nostro», spiega Macron.
Metropolizzazione
«La Francia, come il resto del mondo, sta fronteggiando il fenomeno della 'metropolizzazione'. Al centro dell'attuale apertura della nostra società sono le grandi città, nelle quali si concentra il lavoro con il maggior valore aggiunto. Il 50% del Pil mondiale viene prodotto in appena trecento aree urbane, il 50% del Pil francese viene prodotto in sole quindici metropoli di Francia, prima tra tutte l'area di Parigi e dell'Îlede-France. Mentre la Francia periferica condensa l'80% della popolazione più svantaggiata: quella che è oggi la prima vittima, da un lato, della chiusura delle fabbriche, dall'altro, della crisi che sta colpendo i servizi pubblici, l'accesso al mercato del lavoro e le attività culturali».
No al sogno di una Francia uniforme
Questo non significa che si debba combattere lo sviluppo delle metropoli, che sono una risorsa, dice Macron, ma «credo però che si debba rinunciare al sogno di una Francia uniforme, nella quale a ciascun territorio verrebbe applicato un unico modello». Per il giovane centrista aspirante presidente, serve «un'integrazione mista». «Penso che la prima delle nostre misure sociali sia quella di ricomporre le nostre città, per introdurvi un'integrazione mista. Vediamo infatti che ogni cosa si collega all'altra. Quando un bambino vive in un quartiere in cui l'80% degli abitanti, in casa, non parla francese - uno di quei quartieri sempre più rinchiusi in se stessi - e, nella scuola pubblica, si ritrova tra compagni che hanno la sua stessa origine e che subiscono lo stesso ritardo culturale, non ha certo le stesse opportunità, per determinare la propria vita, che hanno i bambini dei quartieri più fortunati» una frattura tra quartieri.
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