24 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Oggi i giudici iniziano a rivedere il caso

Usa, giornata cruciale per il destino del Muslim ban di Trump

Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ieri sera ha chiesto a una corte d'Appello federale di San Francisco di ripristinare il divieto di immigrazione negli Stati Uniti promulgato da Trump

NEW YORK - Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ieri sera ha chiesto a una corte d'Appello federale di San Francisco di ripristinare il divieto di immigrazione negli Stati Uniti stabilito da un ordine esecutivo del presidente Donald Trump e che coinvolge sette Paesi a maggioranza musulmana. Il governo sostiene che la decisione del tribunale federale di Seattle, quello che ha stabilito la sospensione del «Muslim ban», mette in pericolo la sicurezza nazionale, viola la separazione dei poteri ed è di «portata eccessiva».

Esercizio di autorità
Il decreto di Trump è «un esercizio legale dell'autorità del presidente sull'ingresso di cittadini stranieri negli Stati uniti e l'ammissione di rifugiati», ha stimato il governo americano nelle sue argomentazioni depositate presso la Corte. Secondo il dipartimento di Giustizia, l'accusa secondo la quale il decreto di Trump sia contro i musulmani «non è corretta» poiché le restrizioni ai migranti sono «neutre dal punto di vista religioso».

La prima discussione
La prima discussione orale in Appello è prevista per oggi alle 15 ora di New York, le 21 in Italia. Gli oppositori del divieto sostengono che sia una minaccia per lo stato di diritto e allo stesso tempo per la sicurezza nazionale e per l'economia americana.

Il documento depositato dalle società tech
Ieri mattina 97 società tech hanno depositato un documento, chiedendo ai giudici di non ripristinare il provvedimento di Trump: nella lettera si legge che 200 società americane all'interno di Fortune 500 sono state fondate da immigrati o da loro figli, in tutto producono 4.200 miliardi di dollari di fatturato all'anno. Tra queste ci sono Kraft, Apple, Ford, General Electric, AT&T, Google, McDonald's, Boeing e Disney.

La sfida con il potere giudiziario
Intanto l'amministrazione Trump, che si è insediata solo da due settimane, sfida direttamente il potere giudiziario e si prepara alla prima grande battaglia che potrebbe indebolirla sin dall'inizio. Inoltre se l'Appello (che per ora non ha sospeso il bando) dovesse dare ragione al tribunale federale, la Casa Bianca potrebbe portare la questione alla Corte suprema dove il presidente ha appena nominato il nono giudice, il conservatore, Neil Gorsuch, che ha sostituito Antonin Scalia, a un anno dalla sua morte.