Isis, ucciso in Siria il cervello dell'attacco a Charlie Hebdo
Il Pentagono ha confermato nella notte la morte in Siria del jihadista francese considerato il cervello dell'attentato alla redazione della rivista satirica Charlie Hebdo
WASHINGTON - Il Pentagono ha confermato nella notte la morte in Siria del jihadista francese considerato il cervello dell'attentato alla redazione della rivista satirica Charlie Hebdo e che avrebbe avuto un ruolo anche nella preparazione degli attacchi parigini di novembre 2015.
Ai vertici dell'Isis
Boubaker El Hakim, figura ai vertici dello Stato islamico, è stato ucciso a Raqqa il mese scorso, ha detto il comando dell'esercito americano: è stato colpito da un drone mentre era a bordo del suo pick-up nella 'capitale' dell'Isis. Della sua eliminazione in Siria giravano voci da giorni.
L'istruttore
El Hakim è ritenuto «l'istruttore» - durante un soggiorno in carcere nel 2005 - di uno dei fratelli Kouachi, gli autori della strage a Charlie Hebdo a gennaio.
Implicato anche al Bardo
I servizi francesi, secondo Europe 1, pensano che abbia avuto un ruolo anche nell'accelerare il piano terroristico fatto scattare il 13 novembre 2015 a Parigi. Già dalla Siria, aveva lanciato un appello ai «fratelli rimasti», affinchè eliminassero «chiunque fosse possibile uccidere». Secondo gli Usa, il jihadista francese ha partecipato anche ai preparativi per l'attentato al museo Bardo di Tunisi, a marzo 2015.
La sua rete
Nel 2003, dopo l'invasione dell'Iraq aveva creato una rete di jihadisti al comando del leader di al Qaida in Iraq Al Zarqawi. Poi era passato in Siria, dove era stato arrestato ed estradato in Francia. Qui era stato condannato nel 2008 a sette anni di prigione. All'epoca era considerato tra i più radicalizzati della rete di giovani estremisti dell'area parigina, inclusi i due fratelli Said e Cherif Kouachi.
La sua ascesa nell'Isis
Rilasciato nel 2011, sarebbe giunto in Tunisia, apparendo nel video di rivendicazione degli omicidi dei deputati dell'opposizione locale Chokri Belaid e Mohamed Brahimi. Sarebbe iniziata da lì la sua ascesa tra i ranghi dell'Isis crebbe, che gli avrebbe riservato anche un ruolo nelle operazioni all'estero del gruppo, iniziando a reclutare per l'Isis. Finora, ha ricordato Obama nel suo recente intervento a Tampa, Florida, sarebbero 120 i vertici del Califfato uccisi.
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