8 maggio 2024
Aggiornato 04:30
Ma il vantaggio non sarebbe sufficiente a governare soli

Montenegro, Djukanovic si proclama vincitore: «Ora nella Nato e nella UE»

Le elezioni in Montenegro, Paese storicamente legato alla Russia, sono avvenute sullo sfondo dello scontro tra Mosca e Occidente. Perché in ballo c'è l'adesione nella Nato

Il Montenegro potrebbe essere il prossimo 'acquisto' della Nato.
Il Montenegro potrebbe essere il prossimo 'acquisto' della Nato. Foto: Shutterstock

PDGORICA - Il partito del primo ministro Milo Djukanovic è in testa negli scrutini dopo il voto politico di ieri in Montenegro, avvenuto in un clima teso nel quale le autorità hanno detto di aver sventato un misterioso complotto serbo mirato a far cadere il premier. Con l'80% delle schede scrutinate ieri, il partito democratico socialista (DPS) di Djukanovic, inossidabile uomo forte del Paese, ex alleato di Slobodan Milosevic diventato poi amico dell'Occidente, avrebbe poco più del 40% dei seggi, il doppio dei filorussi del Fronte democratico (FD). 

Il presunto tentato golpe della notte prima
Nella notte tra sabato e domenica 20 serbi sono stati arrestati nel piccolo Paese balcanico di 640mila anime, governato da un quarto di secolo da Djukanovic, 54 anni, il più longevo leader europeo in carica. Andrija Mandic, capo del partito filorusso, ha parlato di «propaganda grossolana» e a Belgrado il premier Aleksandar Vucic non ha nascosto i suoi dubbi dicendo che «è curioso che ciò avvenga oggi». «Per il resto è meglio che mi morda la lingua tre volte e taccia» ha aggiunto. Le relazioni tra Belgrado e Podgorica sono difficili dopo che quest'ultima ha riconosciuto l'indipendenza del Kosovo nel 2008.

Calma apparente
Djukanovic ieri non ha detto una parola sugli arresti e a fine serata a Podgorica regnava la calma. Il ministero degli Interni, la chiesa ortodossa e il partito filorusso hanno chiesto ai cittadini di non scendere in piazza ieri. Nei pressi del Parlamento ieri mattina sono state installate barriere. Le messaggerie mobili WhatsApp e Viber sono state sospese su richiesta delle autorità e ripristinate dopo un'ora dopo le proteste dell'opposizione.

Ora nell'Ue e nella Nato?
Djukanovic ha invece esultato del risultato delle elezioni, avvenute all'ombra dello scontro tra Occidente e Russia. Perché il piccolo Montenegro potrebbe costituire il prossimo Paese membro della Nato, favorendone il processo di espansione verso Est. Il partito filorusso risultato sconfitto alle urne era naturalmente contrario a tale prospettiva. "Non é stato facile, ma grazie al vostro appoggio siamo riusciti a vincere», ha affermato il premier, ringraziando gli elettori. «Presto, ha aggiunto, il Montenegro entrerà a far parte della Nato e verrà intensificato il negoziato di adesione alla Ue, mentre in economia vi sarà una sicura crescita», ha promesso. «Votando per il Pds avete difeso l'indipendenza del Montenegro e il futuro dei nostri figli», ha aggiunto, con allusione ai presunti tentativi di ingerenza della Russia nelle scelte strategiche del piccolo Paese balcanico.

Le elezioni un plebiscito sulla Nato
Mentre le opposizioni hanno chiesto che sull'adesione alla Nato venisse fatto un referendum, il premier non lo ha mai concesso, per il timore che la questione venisse bocciata dall'elettorato, e ha fatto in modo di rendere queste elezioni un vero e proprio plebiscito sulla questione. Anche da qui,i dubbi delle opposizioni sul presunto golpe avvenuto poco prima della chiamata alle urne. Ad ogni modo, il vantaggio del Psd pare comunque insufficiente a governare da solo e a imporre l'ingresso del Montenegro nella Nato, prospettiva che preoccupa i filorussi e divide l'opinione pubblica.

Per l'entrata nell'Alleanza manca poco
Ad ogni modo, il Montenegro è già quasi a fine corsa per diventare il 29imo alleato della Nato. Al momento, mancano le ratifiche degli altri Paesi già membri. L’ingresso è previsto verso la metà del 2017. Per l’Unione europea il tragitto sarà ancora lungo e denso di incognite, ma per a esprimersi favorevolmente sull'ingresso del piccolo Paese baltico nell'Alleanza atlantica ci ha pensato a più riprese il presidente americano Barack Obama. Soprattutto perché il Montenegro gode di una posizione strategica per una Alleanza Atlantica il cui baricentro si spinge sempre più ad Est: sorge infatti sull’Adriatico, con le bocche di Cattaro utilizzate fin dai tempi della marina imperiale asburgica come base navale.

Storica influenza russa
Una zona di storica influenza russa, dove l'arrivo dell'Alleanza atlantica sarebbe naturalmente vissuta da Mosca come l'ennesimo atto di aggressione. Secondo il governo di Podgorica, dal 2005 gli investimenti russi in Montenegro sono stati di 1,16 miliardi di euro. Si calcola che il 40% delle proprietà immobiliari sia in mano ai russi, che arrivano ogni anno in 300mila a trascorrere le vacanze sulle splendide coste montenegrine non avendo bisogno del visto.

Serbia, Montenegro, Macedonia ancora fuori dalla Nato
Ad oggi, fuori dall’Alleanza sono rimasti solo pochi Paesi, tra cui la Serbia, il Montenegro, la Macedonia.
Questi sono accumunati dal fatto di essere slavi, ortodossi, e di essere storicamente legati alla Russia. Solo la Serbia, dei tre, pare ad oggi non disponibile ad entrare nella Nato, forse perché la guerra del 1999 che provocò la morte di civili innocenti è ancora una ferita aperta. Quanto al Montenegro, per la Nato è «il candidato perfetto»: e nonostante il cammino sia già avviato da tempo, è stato costellato di alti e bassi, visto che nell'opinione pubblica è spesso prevalso il fronte contrario all'adesione.

Per Mosca è un atto di aggressione
In proposito, Mosca si è già pronunciata esprimendo il proprio dissenso. Il rappresentante permanente della Russia presso la Nato Alexander Gruško ha dichiarato: «In modo univoco questo è un passo negativo per la sicurezza europea e per le nostre relazioni con il Montenegro, perché, palesemente, si tratta di un Paese a noi strettamente legato da legami storici, comunanza spirituale, relazioni umane… che aderisce a un’organizzazione, per usare un eufemismo, ostile nei rapporti con la Russia»