19 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Un'impresa italiana la sta modernizzando

Iraq, un piano dell'Isis per attaccare la diga di Mosul. Allarme per gli italiani

Fonti di intelligence hanno rivelato un piano dell'Isis per realizzare il suo attentato più clamoroso in Iraq presso la diga di Mosul. Dove sono dislocati civili e militari italiani.

Svelato un piano dell'Isis per attaccare 'in grande stile' la diga di Mosul.
Svelato un piano dell'Isis per attaccare 'in grande stile' la diga di Mosul. Foto: Shutterstock

MOSUL - Di nuovo allarme Isis, e questa volta un allarme che tocca molto da vicino l'Italia. Perché, secondo qualificate fonti di intelligence citate dal sito Wikilao, lo Stato islamico avrebbe un nuovo, allarmante, obiettivo: colpire in grande stile, realizzando l'attentato più grosso mai concepito dal Califfato in Iraq, la diga di Mosul. Dove sono dislocati centinaia di civili ie militari italiani, e dove la ditta Trevi di Cesena si occuperà di consolidare l'infrastruttura che garantisce l'approvvigionamento di acqua ed elettricità a quasi sei milioni di persone.

L'allarme
Un allarme da non prendere alla leggera, visto che viene da fonti definite «qualificate». Tanto più che l'Isis sarebbe intenzionato a mettere in piedi un attentato di proporzioni inaudite. Il piano prevederebbe infatti lo schieramento di un'armata di «circa 200 elementi (tra cui molti foreign fighters), sparpagliati in diversi villaggi».

Il ruolo italiano
A Mosul la Difesa italiana ha schierato la task force «Presidium» (che sarà composta in tutto da 500 militari di cui i primi sono arrivati in aprile), il cui compito è proprio quello di proteggere la diga. Del resto, quest'ultima è con ogni evidenza un'infrastruttura cruciale, e la sua distruzione avrebbe potenziali effetti su milioni di persone, il cui sostentamento dipende in grande parte proprio da quella diga. Ecco perché la ditta Trevi è stata inviata con i suoi tecnici per metterla in sicurezza ed eseguire gli opportuni interventi per riammodernarla.

La storia
La sua costruzione risale al 1982 per volontà di Saddam Hussein, e la diga ha una capacità di 11 miliardi di litri ed una profondità massima di 330 metri. Ma ciò che la rende poco sicura è soprattutto la debolezza degli strati geologici, per rimediare alla quale i tecnici gettarono alla base grandi strati di gesso. Che, tuttavia, assorbono continuamente acqua e richiedono una costante attività di svuotamento. E con una certa cadenza anche iniezioni di cemento. Insomma una gestione difficile che l'Isis ha del tutto trascurato creando danni ingenti.

Un piano terribile
Il contingente predisposto dall'Isis sarebbe «multinazionale, formato da gente con passaporti francesi, russi, libici e tunisini». Del resto, tunisino sarebbe anche l'organizzatore dell'attacco, Saleh Bin Ahmed al-Arbi. Per la missione l'Isis avrebbe arruolato cecchini e combattenti esperti. L'operazione, chiamata "Conquista della morte", sarebbe stata ordinata nei mesi scorsi dal Califfo in persona.