18 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Bene coalizione in Iraq, meno in Siria

Isis, raid Usa su Fallujah uccide 250 jihadisti. Ma in Siria i ribelli addestrati da Washington arretrano

L'aviazione irachena sostenuta dai raid Usa infligge un duro colpo all'Isis. Ma in Siria i ribelli (aiutati dai raid americani) perdono una città chiave al confine poche ore dopo la sua conquista

BAGHDAD - Un duro colpo è stato inflitto all'Isis giusto ventiquattro ore dopo l'attentato all'aeroporto Ataturk di Istanbul, dove il gruppo terroristico è il primo sospettato. Un convoglio di militanti del Califfato in fuga dalla città di Fallujah è stato infatti distrutto da bombardamenti dell'aviazione irachena, sostenuta dalla coalizione internazionale guidata da Washington. Le immagini dei violentissimi raid sono state diffuse dal ministero della difesa iracheno. I jihadisti stavano fuggendo da un'offensiva dell'esercito, che domenica ha ripreso la città, ed erano diretti nelle aree controllate dal Califfato nei pressi del confine siriano. Fallujah, a circa 50 chilometri dalla capitale Baghdad, è stata ripresa dopo di cinque settimane di combattimenti dall'esercito e dalle milizie alleate.

Militanti in fuga
Secondo una fonte della Bbc un gran numero di militanti in fuga si erano ritrovati nell'area di al-Ruwaila con il piano di attraversare il deserto per raggiungere il confine siriano. Sulla base di informazioni di intelligence, l'aviazione ha attaccato martedì sera il convoglio uccidendo decine di militanti. Si parla addirittura di 250 combattenti uccisi, in quello che sarebbe l'attacco maggiore mai scagliato contro i miliziani del califfato.

In Siria dura sconfitta dei ribelli sostenuti dagli Usa
In Siria, però, lo Stato islamico ha riconquistato una città da poco presa dai ribelli siriani sostenuti dai raid americani, che si trova proprio al confine tra Siria e Iraq. I miliziani dell'Isis hanno infatti circondato i combattenti addestrati dai soldati americani con una mossa a sorpresa. Una vittoria che ha peraltro consentito ai seguaci di Abu Bakr al-Baghdadi di impossessarsi di armi ed equipaggiamenti dell'esercito americano, comprese munizioni, mortai, un pickup Toyota Hilux adatto al trasporto di armi pesanti, e giubbotti antiproiettile.

Un bottino di armi americane per l'Isis
L'Isis non ha mancato di certificare il bottino diffondendo mercoledì un video, che mostrava anche mitragliatrici e fucili M-16 di chiara provenienza americana, oltre a munizioni di fabbricazione statunitense. I contenitori delle armi, infattim recano la sigla di Unicorr, compagnia di packaging con sede in Connecticut. D'altra parte, non è l'unica sconfitta subita dai ribelli siriani negli ultimi mesi, in particolare dal New Syrian Army. Il sostegno statunitense a quest'ultimo gruppo di combattenti anti-Assad fa parte dell'impegno di Washington da 500 milioni di dollari ad addestrare ribelli nella battaglia contro lo Stato islamico. Un impegno naturalmente non condiviso dalla Russia di Vladimir Putin, che è ntervenuta a settembre a fianco delle forze governative di Bashar al Assad.