26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Si vota giovedì 5 maggio

Londra, un sindaco musulmano per la City?

Ed ora la City, cuore pulsante dell'Europa (forse ancora per poco), potrebbe avere un primo cittadino musulmano. Sadiq Khan, laburista di origini pachistane e musulmano, è il grande favorito alle elezioni di giovedì per il rinnovo del sindaco di Londra

Una scheda elettorale con il nome di Sadiq Aman Khan, che potrebbe diventare nuovo sindaco di Londra.
Una scheda elettorale con il nome di Sadiq Aman Khan, che potrebbe diventare nuovo sindaco di Londra. Foto: Shutterstock

LONDRA - Ed ora la City, cuore pulsante dell'Europa (forse ancora per poco), potrebbe avere un primo cittadino musulmano. Già qualcuno azzarda collegamenti con il best-seller Sottomissione, romanzo dello scrittore francese Michele Houellebecq che profetizza, el 2020, l'elezioni di un musulmano alla guida della Francia, primo tassello di una lenta scalata democratica dell'Islam ai vertici della politica francese. L'ambientazione è diversa - Gran Bretagna anziché Francia -, ma lo scenario è simile. Perché Sadiq Khan, laburista di origini pachistane e musulmano, è il grande favorito alle elezioni di giovedì per il rinnovo del sindaco di Londra, dopo una campagna caratterizzata da contenziosi religiosi e accuse di razzismo, ma sostanzialmente incentrata, a livello di programma, sul problema degli alloggi.

I sondaggi
I sondaggi danno ad oggi Khan, figlio di un conducente di autobus, un vantaggio del 20% sul rivale conservatore Zac Goldsmith nella corsa alla poltrona di primo cittadino di una delle più importanti piazze finanziarie del pianeta. In caso di vittoria, succederà all'attuale sindaco Tory Boris Johnson, diventando il primo musulmano a guidare una delle più grandi capitali occidentali che conta 8.6 milioni di abitanti. Ma in questa campagna Khan non ha avuto certo vita facile. Goldsmith, che ha anche il vantaggio di essere appoggiato dal Primo ministro David Cameron, per settimane si è concentrato sulla religione di Khan e sulle sue apparizioni al fianco di relatori musulmani radicali, accusandolo di dare «man forte, ossigeno e copertura» agli estremisti.

Chi è Sadiq Khan
Ex avvocato per i diritti umani, Khan, si è sempre difeso sostenendo di aver combattuto l'estremismo tutta la sua vita e facendo pubblica ammenda per aver condiviso il palco con speaker dalle opinioni «abhorrent», ripugnanti. Passando all'attacco, ha senz'altro accusato Goldsmith di essere un privilegiato di nascita - è figlio di un finanziere miliardario che poi si prestò alla politica oltre ad essere fratello di Jemima Goldsmith, una delle protagoniste del bel mondo londinese, amica anche di lady Diana - di usare le tattiche di Donald Trump per dividere i londinesi sulle questioni religiose. «Esiste in teoria la possibilità che alcuni elettori decidano di non votare per Khan per un inconscio razzismo strisciante. Nessuno dirà 'non voterò per Sadiq Khan', ma ci sarà chi ci ripenserà all'ultimo momento all'interno del seggio», ha spiegato Anthony Wells, direttore dell'istituto demoscopico YouGov. Ma è improbabile, secondo l'esperto, che il fenomeno assuma proporzioni tali da permettere a Goldsmith una vittoria a sorpresa.

L'ultima svolta della campagna
La scorsa settimana inoltre la campagna ha preso una nuova svolta, che ha consentito a Khan di di scrollarsi di dosso l'immagine di potenziale radicale islamico che Goldsmith cercava di appioppargli e di prendere partito per Israele e contro l'antisemitismo. A seguito di delle esternazioni anti-israeliane di una deputata laburista, Khan non ha esitato ad accusare il suo stesso partito di non essere riuscito a sradicare l'antisemitismo. L'aspirante successore di Johnson non solo ha condannato il commento della parlamentare, ma ha preso anche le distanze dell'ex sindaco di Londra Ken Livingstone, detto «Ken il rosso», che giovedì è stato sospeso dal Labour per aver invece sostenuto la deputata al centro della controversia.

Il musulmano è più europeista dell'inglese
Quanto alla Brexit, i due candidati hanno si opposte vedute - Goldsmith vuole lasciare l'Europa, Khan vuole rimanerci - ma malgrado il referendum alle porte e la questione che porrebbe il ruolo di Londra come centro finanziario, hanno datto all'argomento solo un basso profilo nella campagna. Entrambi i contendenti hanno infatti deciso di non volersi alienare gli elettori che non sono d'accordo con loro, dicendosi pronti a combattere per gli interessi della capitale, indipendentemente da come voterà il Paese. L'alto profilo in questa campagna se lo è guadagnato come era logico la ormai cronica crisi degli alloggi. Sadiq ha promesso di costruire 80.000 unità abitative all'anno, mentre «Zac», che ha un passato da grande ambientalista, milita per non oltre 50.000 nuove case, con la condizione di proteggere le aeree verdi.