25 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Fonti giudiziarie a Politico Europe

Cronache da Bruxelles. Molenbeek e la sfida dell'integrazione

Da quando qui è stato arrestato Salah Abdeslam Molenbeek è divenuto famosa in tutto il mondo, ma il quartiere dove è nato il terrorista sopravvissuto agli attentati di novembre a Parigi, e che lo ha protetto per alcuni mesi mentre era in fuga

Molenbeek.
Molenbeek. Foto: Shutterstock

BRUXELLES - Da quando qui è stato arrestato Salah Abdeslam Molenbeek è divenuto famosa in tutto il mondo, ma il quartiere dove è nato il terrorista sopravvissuto agli attentati di novembre a Parigi, e che lo ha protetto per alcuni mesi mentre era in fuga, è da anni un caso di difficile integrazione della comunità di origine araba in una capitale europea. «Quando sono arrivato qui ero l'unico straniero, oggi sono l'unico europeo», racconta un italiano che abita da molti anni a Molenbeek e preferisce l'anonimato. Lungo la sua strada, crocicchi di volti mediorientali, donne col velo, una moschea alla fine della via.

Piccolo Marocco
«Molen», come lo chiamano i giovani di origine maghrebina, o «petit Maroc», piccolo Marocco, ha circa centomila abitanti, la metà arabo-musulmana. I ragazzi sono nati in Belgio e hanno la nazionalità belga. Un ragazzo sulla trentina, genitori marocchini, ricorda che suo padre arrivò a Bruxelles negli anni Cinquanta. «Gli proposero di prendere casa a Molenbeek, gli affitti erano i meno cari della città, lui non volle perché la zona non gli piaceva, c'è un lato del quartiere in particolare che è malsano, case cadenti e sporche. Ma questo è il motivo per cui all'inizio molti immigrati si sono installati lì, gli affitti costavano poco».

Aumento della presenza straniera
Nel corso degli anni la presenza straniera è aumentata. L'ex sindaco Philippe Moureaux, socialista, viene accusato dai suoi avversari di aver spalancato le porte di Molenbeek «a loro» senza pertanto occuparsi di integrarli. Accuse che gli vengono mosse da entrambi i lati. Proprio a febbraio ha mandato in stampa un libro, «La verità su Molenbeek», per difendersi dalle accuse, e dopo gli attentati a Zaventem e Maelbeek compare in televisione a dire che non si sente assolutamente colpevole di una radicalizzazione che prescinde dal quartiere e si è ad ogni modo accentuata dopo la fine del suo mandato, durato dal 1992 al 2012.

Criminalità e radicalizzazione
Un abitante di Molenbeek di origine italiana ricorda un decennio, tra il 1995 e il 2005, particolarmente pericoloso, tra rapine, spaccio di droga, e un'atmosfera pesante in tutto il quartiere. Poi i controlli di polizia sono aumentati. Oggi si cammina tranquillamente per le strade. Una situazione che sembrava in miglioramento. Fino a che l'arresto di Salah Abdeslam ha aperto gli occhi del mondo su questo luogo dove i vicini di casa, di stessa nazionalità belga ma di etnie diverse, si guardano in cagnesco.

(Con fonte Askanews)