Usa 2016, dibattito tra i repubblicani: i favoriti Trump e Carson deludono
Sono due gli elementi netti emersi dal terzo dibattito tra i candidati alle primarie del partito repubblicano. Da una parte la sconfitta dei due favoriti Donald Trump e Ben Carson, dall'altra il timore per Hillary Clinton
NEW YORK - Sono due gli elementi netti emersi dal terzo dibattito tra i candidati alle primarie del partito repubblicano. Da una parte la sconfitta dei due favoriti Donald Trump e Ben Carson, che nelle due ore di sfida da Boulder, Colorado, andate in onda sulla rete finanziaria Cnbc sono apparsi sotto tono. Dall'altra il timore per Hillary Clinton, che ha spinto i dieci principali politici repubblicani in corsa per la Casa Bianca ad attaccare quella che potrebbe diventare una candidata impossibile da fermare.
Attacchi alla Clinton
Ad aprire la serie di attacchi è il giovane senatore della Florida Marco Rubio sostenendo che Hillary è una bugiarda protetta dai media. Media che per il politico sono la cassa di risonanza o meglio un Super Pac per il partito democratico. Ai suoi attacchi ha fatto subito seguito l'ex amministratore delegato di Hp, Carly Fiorina, che si definisce il «peggior incubo di Hillary Clinton», nonché la sola altra donna candidata a queste presidenziali del 2016.
Trump e Carson sorprendono in negativo
A sorprendere in modo negativo, come dicevamo, sono Trump e Carson, che fino a ieri sera sono stati le due locomotive del partito repubblicano visto che guidavano i sondaggi. L'ex medico, che di recente ha superato il magnate del real estete nel gradimento dell'elettorato, è apparso troppo pacato rispetto agli altri due dibattiti. Questo anche nel momento in cui avrebbe potuto affondare il colpo finale nei confronti di Trump, che per tutta la prima ora del dibattito (e dopo un avvio in polemica con i moderatori, «è un attacco non una domanda») è stato assente e poco incisivo.
Chi è emerso?
E allora chi è emerso? Di certo non è il caso di Jeb Bush che oltre a una scaramuccia con Rubio - il quale lo ha gelato, «non facciamo un dibattito per fare attacchi personali ma per parlare di quello che volgiamo fare» - ha per la terza volta perso l'occasione di farsi notare. Bush infatti ha cercato di attaccare Rubio per la sua assenza prolungata dal Senato. E Rubio ha risposto: «Fa così perché questo è l'unico modo in cui può recuperare dei voti», ha detto il senatore che come Bush proviene dalla Florida.
Incertezza
Come fa notare il Wall Street Journal il dibattito di ieri sera ha lasciato il terreno solo incertezza. Tutti gli osservatori infatti si attendevano l'arrivo di un candidato forte o la conferma di Carson o di Trump. E invece il panorama sembra per la prima volta poco definito. L'ex governatore dell'Ohio, John Kasich, oltre a citare la parola Ohio decine di volte ha cercato di fare la parte del saggio e del candidato più realista davanti alla creatività - soprattutto sulle tematiche economiche e finanziarie - degli altri candidati. I senatori Rand Paul e Ted Cruz hanno passato più tempo a lamentarsi con i moderatori di Cnbc che a cercare di dare delle spiegazioni sensate agli americani. Tuttavia proprio i due politici insieme al governatore del New Jersey, Chris Christie, sono riusciti a strappare una timida promozione da parte dei media americani.
Tutto sommato, Trump...
Ma come scrive il New York Times, il vincitore è forse ancora una volta Trump, che grazie alla sua insistenza è riuscito a far diminuire la durata del dibattito a due ore. Segno ancora più marcato di come il dibattito sui temi economici e finanziari dei repubblicani sia un capitolo da archiviare che da un certo punto di vista è un bene che sia terminato in fretta.
(Con fonte Askanews)
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