19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Ministro: auspico risultati incoraggianti la prossima settimana

Libia, Gentiloni: l'Italia in prima linea sostiene gli sforzi dell'Onu. Ma «non è facile»

Secondo Gentiloni, l'Italia sta sostenendo gli sforzi compiuti dalle Nazioni Unite per un accordo di unità nazionale in Libia, e anche se ricatti e pressioni hanno impedito il raggiungimento di un'intesa, auspica che la prossima settimana ci siano risultati più incoraggianti

ROMA - L'Italia sta sostenendo «in modo determinante» gli sforzi compiuti dalle Nazioni Unite per un accordo di unità nazionale in Libia, e anche se «ricatti e pressioni hanno impedito» il raggiungimento di un'intesa, auspica che «la prossima settimana ci siano risultati più incoraggianti». E' quanto ha detto oggi il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, durante un question time alla Camera, pur precisando che la strada da percorrere «non è facile».

Situazione difficile
«Non c'è dubbio che la situazione in Libia sia molto difficile. All'origine c'è un intervento militare di ormai quasi cinque anni fa che fu fatto in un certo senso senza avere chiara quale avrebbe potuto essere la situazione successiva a questo intervento», ha spiegato il titolare della Farnesina.

Alla ricerca di un accordo
Adesso la Comunità internazionale sta cercando un accordo tra le parti attraverso l'attività dell'Onu: «com'è noto questo accordo si è concretizzato in una proposta di governo di intesa nazionale che l'inviato Onu (Bernardino Leon) vorrebbe sottoporre alla camera dei rappresentanti di Tobruk e al congresso di Tripoli», ha ricordato Gentiloni.

Il ruolo dell'Italia
L'Italia, da parte sua, sta «sostenendo gli sforzi in modo determinante». Ma «non è facile», ha avvertito il ministro, «perché pur essendoci una maggioranza sia a Tobruk che a Tripoli favorevole a sostenere la proposta, ricatti, minacce e pressioni estremiste finora hanno impedito» che si raggiungesse un accordo. Il nostro governo sta inoltre «raccogliendo» attorno a questa proposta «tutte le forze della regione, compresi i paesi arabi, che fino a mesi fa avevano posizioni molto diverse e che oggi sostengono il processo di pace». «Credo che questo sforzo possa in prospettiva - ma non illudiamoci che possa avvenire nei prossimi giorni o settimane - consentire una più regolata gestione dei flussi migratori», ha concluso Gentiloni.

(Con fonte Askanews)