28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
Su divisione Italia Nordio rassicura: niente tagli a investimenti

Volkswagen, lascia Vahland (sbattendo la porta)

Il manager da poco indicato per rilevare la delicata posizione di capo delle attività in Nord America, Winfred Vahland, attuale numero uno di Skoda e in forza al gruppo da ben 25 anni, se ne è andato sbattendo la porta a causa di divergenze

ROMA - Ancora tegole in testa a Volkswagen, da settimane impegnata nella crisi di immagine esplosa con lo scandalo sulle alterazioni ai gas di scarico. Il manager che era stato da poco indicato per rilevare la delicata posizione di capo delle attività in Nord America, Winfred Vahland, attuale numero uno di Skoda e in forza al gruppo da ben 25 anni, se ne è andato sbattendo la porta. Secondo il gruppo per sua libera scelta a seguito di «divergenze di vedute sulla nuova organizzazione locale del gruppo». E per cercare di bloccare sul nascere eventuali facili speculazioni, «la decisione - recita una nota di Skoda - è dichiaratamente non legata agli attuali eventi che riguardano i motori diesel».

Defezione clamorosa
Resta il fatto che la clamorosa defezione cade nel bel mezzo della crisi, che riguarda un manager di lungo corso, sicuramente stimato dal resto della dirigenza visto che gli era stato appena affidato un compito chiave. Poche settimane fa Vahland era perfino ritenuto uno dei papabili per rilevare la guida dell'intero gruppo, affidata poi all'ex numero uno di Porsche, Matthias Mueller, in sostituzione del dimissionario Martin Winterkorn.

Nuovi allarmi
Come se non bastasse, nel frattempo Der Spiegel ha rinfocolato gli allarmismi sostenendo che i manager coinvolti nello scandalo sarebbero decine, a differenza di quanto asserito da Volkswagen, che fin dall'inizio della vicenda ha parlato di un ridotto numero di persone implicate. Secondo il settimanale tedesco invece ci sarebbero «almeno 30 manager» coinvolti. Su questo però è arrivata una secca smentita da parte della casa automobilistica: si tratta di «un numero primo di qualsivoglia fondamento», ha detto un portavoce.

Qualche messaggio rassicurante
In questo quadro globale che resta burrascoso, per Volkswagen Italia sono giunti messaggi rassicuranti dall'amministratore delegato Massimo Nordio. Il piano di investimenti della controllata Audi nella Penisola «è totalmente confermato», ha detto durante una audizione al Senato. «Gli annunci di ieri di ridimensionamenti degli investimenti del gruppo non toccheranno l'Italia». La sospensione cautelare, decisa nelle scorse settimane delle vendite di auto nuove ancora in stock con propulsori «euro 5» coinvolti nella vicenda riguarda 1.300 veicoli sull'insieme della Penisola. E al momento l'impatto della vicenda sulle vendite del gruppo è stato modesto, più netto però per il marchio Vw.

Alla ricerca di soluzioni tecniche
Intanto la casa madre sta sviluppando un software per correggere i problemi sulle alterazioni alle emissioni di gas di scarico dei motori diesel da 2 litri e 1,8 litri della classe di motori EA 189, mentre sulla cilindrata 1,6 litri della stessa famiglia sta lavorando ad un software ma anche a «una soluzione tecnica per la sostituzione di hardware all'interno del motore».

Italia mero importatore
Nordio ha ricordato che Volkswagen Italia è un mero importatore e che gli aspetti legati all'omologazione vengono gestiti dalla capogruppo, con cui sta lavorando in maniera stretta. In ogni caso la presenza di sistemi di alterazione dei gas di scarico Volkswagen in Italia «riguarda esclusivamente le emissioni di ossido di azoto», o Nox. Ma non tocca né le emissioni di CO2, l'anidride carbonica, né i consumi dei veicoli. Secondo quanto accertato finora, i veicoli coinvolti in circolazione in Italia sono circa 648 mila. Il manager ha detto di non sapere se altre case hanno usato sistemi simili, mentre ha ribadito che le auto nuove del gruppo sono con standard «euro 6» non sono coinvolte dalla vicenda.

Scuse
«Vorrei esprimere le mie più sentite scuse a clienti - ha detto Nordio - siamo profondamente dispiaciuti e ci rendiamo conto che tutto ciò non è all'altezza degli standard che si attende da Volkswagen». Le indagini e le valutazioni commissionate a terzi sono ancora in corso, così come i confronti con la Kba, l'autorità tedesca dei trasporti che ha omologato la maggior parte dei veicoli. «Lavoriamo a pieno ritmo con la casa madre per recuperare la fiducia dei clienti, che è il nostro asset più prezioso».

(Con fonte Askanews)