12 ottobre 2025
Aggiornato 05:00
Molti Paesi europei annunciano maggiore impegno a favore dei rifugiati

Migranti, la morte del piccolo Aylan smuove gli europei. Cameron compreso

La foto del piccolo siriano morto sulla spiaggia turca ha potuto ciò che non hanno potuto mesi e mesi di discussioni e dibattiti. Almeno in apparenza

BRUXELLES (askanews) - Sembra sia «bastata» la drammatica foto del bimbo siriano senza vita abbandonato sulla spiaggia turca a smuovere le coscienze europee, e spingere gli Stati a impegnarsi pubblicamente per fare di più. La svolta più rivoluzionaria è venuta da David Cameron, che, «profondamente commosso» dalla morte del piccolo siriano, ha assicurato che la Gran Bretagna «assumerà le proprie responsabilità morali» nella crisi dei migranti. Una svolta giunta dopo la tragedia del piccolo Aylan, che ha sconvolto l'opinione pubblica internazionale e ha riversato sul premier britannico una marea di critiche.

L'impegno di Cameron
Il premier britannico si è ritrovato infatti nelle ultime ore sotto attacco in patria sull'emergenza migranti, da parte della stampa e della politica.«Come padre, mi sento profondamente commosso», ha dichiarato, dopo aver insistito, ancora, ieri, che accogliere «sempre più migranti» non aiuta comunque a trovare la soluzione all'emergenza.

Iniziativa di Francia e Germania
Da parte sua, la Francia annuncia un'iniziativa con la Germania per migliorare l'accoglienza dei rifugiati e per una migliore distribuzione delle quote di migranti in Europa. La notizia arriva dall'Eliseo, all'indomani dell'appello a tre Paesi - Francia, Germania e Italia - per nuove regole a livello europeo sui migranti.

Portogallo
Il Portogallo è disposto ad accogliere «un numero maggiore» di rifugiati e migranti rispetto ai 1.500 proposti finora dall'Unione Europea: lo ha reso noto il vicepremier portogehse, Miguel Poiares maduro. La risposta alla crisi migratoria tuttavia «non può essere data che a livello europeo»: «Il Portogallo partecipa in maniera solidale e speriamo che una tale solidarietà si manifesti anche da parte degli altri Paesi europei».

Da Bruxelles proposta di ricollocamento
Anche da Bruxelles giungono novità. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha proposto la dislocazione di 120mila rifugiati - arrivati in Grecia, Italia e Ungheria - in altri paesi europei. L'ha riferito una fonte all'agenzia di stampa France Presse. Il piano, che sorpassa ampiamente la richiesta fatta a maggio di ricollocazione di 40mila migranti, dovrebbe essere formalmente presentata da Juncker durante il suo discorso sullo Stato dell'Unione il 9 settembre, dopo essere stato approvato dai commissari, ha detto ancora la fonte. «Poiché abbiamo una situazione estremamente pressante per l'Italia, l'Ungheria e la Grecia, ci sarà una proposta per una ricollocazione d'emergenza da questi tre paesi per un totale di 120mila persone», ha detto la fonte. Il piano viene dopo che il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha chiesto agli stati memebri di ridislocare almeno 100mila persone e dopo che Francia e Germania hanno concordato sulla necessità di quote vincolanti per l'accoglienza dei migranti.

Dura opposizione?
La proposta di Juncker rischia di trovare una dura opposizione, visti gli esiti della precedente richiesta di ricollocazione di 40mila profughi da Siria ed Eritrea: i paesi membri deciso di prendere in carico 32mila profughi, solo su base volontaria. Una politica esterna comune dell'Ue sulle migrazioni e una politica dell'asilo più «efficace» e più integrata a livello europeo per i rifugati, per rispondere alla crisi e alla "sfida senza precedenti" creata dai flussi migratori in atto verso l'Europa. E' quanto chiedono con urgenza i ministri degli Esteri di Italia, Francia e Germania, con una lettera e un «non paper» inviato all'Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell'Ue, Federica Mogherini. Il «non paper», sostanzialmente, sembra voler rafforzare e sostenere le iniziative che sta portando avanti la Commissione europea di Jean-Claude Juncker in questo campo. I ministri, Paolo Gentiloni, Laurent Fabius e Frank-Walter Steinmeier, suggeriscono di dedicare alla questione della politica comune esterna dell'immigrazione e della politica comune dell'asilo un ampio dibattito durante la riunione informale del Consiglio Esteri dell'Ue, domani e sabato a Lussemburgo, e di preparare la prossima riunione del Consiglio europeo, il vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue, con un incontro congiunto dei ministri degli Esteri e dell'Interno dei Ventotto.