26 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Pronti al contrattacco se necessario

La Cina punta a una «difesa attiva» in mare aperto

Una nuova strategia militare, che prevede una proiezione della marina nell'oceano aperto e un rafforzamento della capacità di cyberwarfare dell'Armata del Popolo, è al centro del nuovo documento di dottrina strategica emesso oggi dall'Ufficio informazione del Consiglio di Stato cinese

PECHINO (askanews) - Una nuova strategia militare, che prevede una proiezione della marina nell'oceano aperto e un rafforzamento della capacità di cyberwarfare dell'Armata del Popolo, è al centro del nuovo documento di dottrina strategica emesso oggi dall'Ufficio informazione del Consiglio di Stato cinese - di fatto l'esecutivo di Pechino - e diffuso dai media di stato della Repubblica popolare.

Il documento di strategia
Consta di 9mila caratteri il documento di strategia, il nono dal 1998, ma il primo a entrare così specificamente nel dettaglio della strategia militare di Pechino. Il documento parte da un principio: la Cina «non attaccherà a meno che non sia attaccata, ma certamente contrattaccherà, se attaccata». Alla sua base c'è un approccio non più meramente difensivo, ma di difesa attiva che punta a «vincere le guerre locali informazionalizzate».

Difesa attiva
«L'aggiustamento si è reso necessario in un momento in cui armi ed equipaggiamenti a lungo raggio, precisi, smart, invisibili e senza piloti sono diventati sempre più sofisticati e lo spazio esterno e il cyberspazio sono nuovi terreni di comando» ha spiegato Yan Wenhu, un ricercatore dell'Accademia di scienza militare e dell'Armata del popolo cinese.

Protezione dei mari aperti
In particolare, la Marina cinese non si baserà più solo su una difesa «delle acque offshore», ma di una combinata «difesa delle acque offshore e protezione dei mari aperti». Proprio questo diverso approccio va a incrociarsi con uno dei temi più caldi sul piatto della politica asiatica: le rivendicazioni territoriali nel mar Cinese meridionale.

Rafforzamento della marina
Negli ultimi anni Pechino ha fatto importanti investimenti per rafforzare la sua marina, a partire dal riallestimento di una portaerei . Ma ora deve fare uno sforzo ultweriore, perché la Cina «sta affrontando sfide crescenti dal mare e il paese è più dipendente dalle risorse marittime e dall'energia» ha spiegato Yu Miao, un altro ricercatore dell'Accademia delle scienze militari. «La mentalità tradizionale per la quale il controllo della terra è più importante di quello del mare deve essere abbandonato, e grande importanza deve essere data alla gestione dei mari e degli oceani e alla protezione dei diritti e interessi marittimi», si legge nel documento strategico. Gli altri settori sui quali il documento si concentra sono quello del rafforzamento delle capacità di cyberwarfare per rispondere a «pesanti minacce alla sicurezza» e quello del nucleare, per il quale Pechino garantisce la contrarietà a ingaggiare qualsiasi corsa agli armamenti.