25 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Dopo giorni di polemiche

Il fratello di George Bush lo ammette, non avrebbe invaso l'Iraq

Dopo tre giorni di tentennamenti e polemiche sulla decisione del fratello di invadere l'Iraq nel 2003, Jeb Bush alla fine ha fornito una risposta chiara: «Sapendo quello che sappiamo ora, non avrei invaso l'Iraq».

NEW YORK (askanews) - Dopo tre giorni di tentennamenti e polemiche sulla decisione del fratello di invadere l'Iraq nel 2003, Jeb Bush alla fine ha fornito una risposta chiara: «Sapendo quello che sappiamo ora, non avrei invaso l'Iraq».

Tentennamenti
Prima, aveva preferito respingere le domande ipotetiche sulla guerra, sia per non mancare di rispetto ai reduci - così almeno si è giustificato - sia per non dare l'impressione di criticare le politiche del fratello George W. quando era presidente. Di fronte però agli incessanti attacchi di questi giorni da parte dei rivali e dei commentatori repubblicani, l'ex governatore della Florida ha deciso, alla fine, di rispondere in modo chiaro, per cercare di fermare le polemiche e uscire da un argomento che può solo portargli problemi. «A quanto pare dobbiamo tutti rispondere a domande ipotetiche: sapendo quello che sappiamo ora, non avrei invaso l'Iraq» ha detto ieri in un incontro alla Four Peaks Brewery di Tempe, in Arizona, il giorno dopo aver di fatto annunciato, per errore, la candidatura alla nomination repubblicana per le prossime elezioni presidenziali.

Ha cambiato idea
Tutto è cominciato lunedì sera, durante la sua apparizione al programma «The Kelly File» su Fox News, condotto da Megyn Kelly, che gli ha chiesto: «Se avesse saputo quello che sappiamo ora, avrebbe autorizzato l'invasione?». Bush ha risposto che avrebbe autorizzato l'operazione, come fatto dal fratello e come avrebbe fatto anche Hillary Clinton, in base alle informazioni fornite dall'intelligence. Una risposta che ha fatto subito ipotizzare che non avesse capito la domanda; Ana Navarro, stratega repubblicana e sostenitrice di Bush, ha dichiarato alla Cnn, martedì mattina, che Bush le aveva detto di aver frainteso la domanda.

Molte le critiche
Subito dopo la risposta di Bush alla domanda di Kelly, alcuni commentatori di area repubblicana hanno criticato l'ex governatore della Florida. Laura Ingraham, conduttrice radiofonica e una delle voci più critiche nei confronti di Bush, ha detto che il probabile candidato presidenziale avrebbe dovuto rispondere alla domanda con un «no», dato che «non sono state trovate armi di distruzione di massa in Iraq», un'informazione falsa usata dall'amministrazione statunitense per giustificare l'operazione. «Non puoi pensare oggi che andare in Iraq sia stata la cosa giusta da fare. E' come se non avessi per niente - ha commentato Ingraham - la capacità di imparare dagli errori passati».

Processo al passato
Martedì pomeriggio, a chiedergli un'opinione sull'invasione dell'Iraq è stato Sean Hannity, commentatore politico e conduttore di area repubblicana, che gli ha domandato se oggi prenderebbe una decisione diversa. Bush ha risposto: «Sì, ma non so quale. Si tratta di un'ipotesi». «Jeb Bush ha appena trasformato un'elezione che dovrebbe essere condotta sugli ultimi otto anni in un'elezione sugli otto anni precedenti» ha scritto su Twitter David Frum, commentatore politico conservatore.

Nessuno avrebbe invaso l'Iraq
Il governatore del New Jersey, Chris Christie, altro possibile candidato alla nomination repubblicana, ha subito affermato che non avrebbe invaso l'Iraq. «Nemmeno io» ha dichiarato il senatore Marco Rubio, già candidatosi ufficialmente. Persino il senatore Ted Cruz, 'falco' repubblicano, altro candidato ufficiale alla nomination, ha detto che «naturalmente, sapendo della falsità delle informazioni fornite dall'intelligence, non avrei invaso l'Iraq». «Non mi sembrava una domanda difficile» ha ironizzato su Bush l'ex senatore Rick Santorum, che dovrebbe presto annunciare la sua seconda candidatura alla nomination repubblicana.

La riluttanza di Jeb Bush
Bush ha poi spiegato la sua riluttanza a rispondere alle domande ipotetiche sull'Iraq: «Come governatore, ho dovuto chiamare più di 100 famiglie di uomini morti in guerra. Non è una cosa facile da fare». «E' molto difficile per me dire che hanno perso la vita invano. Infatti, non è così. Abbiamo le migliori forze armate al mondo. Le famiglie hanno sofferto molto. Per questo il loro sacrificio merita di essere onorato, non svalutato».

La provocazione della studentessa
A queste polemiche tra repubblicani, si è aggiunta mercoledì una studentessa di area democratica, che gli ha detto: «Suo fratello ha creato l'Isis». Poco prima, Jeb Bush aveva sostenuto che il disimpegno americano in Medio Oriente, voluto dal presidente Barack Obama, ha contribuito alla crescita dello Stato Islamico. L'indizio che la politica estera sarà probabilmente la maggiore insidia in campagna elettorale per Jeb Bush, a causa del fratello.