Medici Senza Frontiere operativi in Nepal
Medici Senza Frontiere sta lavorando per avere una visione completa dei bisogni in Nepal, dopo il devastante terremoto di sabato scorso, in particolare al di fuori di Kathmandu, in aree accessibili soltanto via elicottero. Servono ripari, materiali per l'igiene e per cucinare. La priorità è raggiungere persone prive di assistenza.
KATHMANDU (askanews) - Medici Senza Frontiere sta lavorando per avere una visione completa dei bisogni in Nepal, dopo il devastante terremoto di sabato scorso che ha fatto oltre 4.300 morti e 8.000 feriti, in particolare al di fuori di Kathmandu, in aree accessibili soltanto via elicottero. Le équipe di Msf stanno cercando di accedere alle aree più remote e isolate per valutare nel più breve tempo possibile la situazione e avviare subito il proprio intervento in base ai bisogni effettivi. La priorità di Msf, si legge in una nota, è raggiungere le persone che non hanno ancora ricevuto assistenza.
38 operatori Msf in Nepal
Dalle prime valutazioni aeree, sembra che diversi villaggi sulle montagne abbiano subito danni significativi e serviranno beni di conforto come ripari, materiali per l'igiene e per cucinare. Sono 38 gli operatori di Medici Senza Frontiere arrivati in Nepal, con base a Kathmandu e Ghorka. La città di Kathmandu ha subito un livello di distruzione relativamente basso. La grande maggioranza degli edifici e delle case ha retto al terremoto. Ma moltissime persone dormono all'aperto in tende o ripari di fortuna perché hanno paura di rientrare nelle proprie case a causa delle scosse di assestamento. Questo è motivo di preoccupazione perché nei prossimi giorni si prevedono temporali.
Dentro e fuori dagli ospedali
Nella giornata di ieri, un'équipe di Msf ha valutato le condizioni di due importanti ospedali di Kathmandu (il Bir Hospital e il Teaching Hospital). Entrambi hanno accolto molti feriti e stanno finendo le scorte di materiali. Al Bir Hospital i pazienti dormono in tende all'aperto. Un'altra équipe ha effettuato una valutazione aerea via elicottero delle aree circostanti Kathmandu. Di 65 villaggi visti, circa 45 risultano distrutti o gravemente danneggiati. Queste aree sono isolate e accessibili soltanto via elicottero, riferisce l'organizzazione. Un villaggio - Warpak - a 45 chilometri d Ghorka ha subito danni ingenti e un'équipe sta organizzando un intervento mirato.
Distribuiti beni di sollievo
Altre équipe sono arrivate via strada da Bihar (India) a Ghorka (a nord di Kathmandu), ma la città non ha subito danni. Bhaktapur (a est di Kathmandu) è invece molto danneggiata. L'ospedale non ha una sala operatoria funzionante e tutti i casi vengono inviati a Kathmandu. Le persone vivono all'aperto in ripari di fortuna e le condizioni igienico-sanitarie sono preoccupanti: non ci sono latrine e l'acqua è scarsa. Un'équipe chirurgica dotata di kit chirurgico d'emergenza è arrivata a Katmandu nella notte e si sta preparando a intervenire. Intanto, beni di sollievo, tra cui 1.000 kit per l'allestimento di ripari, 500 kit per l'igiene, 500 kit per cucinare sono in arrivo via terra da Bihar (India) a Ghorka. Da qui verranno distribuiti alle persone colpite nei villaggi intorno a Ghorka. Un cargo con un ospedale gonfiabile è in arrivo da Bordeaux a Katmandu. Un'équipe sta valutando le condizioni di campi di fortuna a Kathmandu e Bhaktapur, con un'attenzione particolare sulla disponibilità di acqua e le condizioni igienico-sanitarie.