16 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Diritti Umani

Nel 2013 cresciute le esecuzioni capitali, sopratutto in Medioriente

E' quanto emerge dal rapporto annuale di Amnesty International. Due Paesi sono i principali responsabili dei condannati a morte: Iran e Iraq. Inel primo ufficialmente ce ne sono state 369. Nel secondo ne sono state registrate 169. Ma il vero «buco nero» resta la Cina

ROMA – Nel 2013 sono cresciute le esecuzioni capitali nel mondo. La situazione è peggiorata drasticamente in Medioriente. E' quanto emerge dal rapporto annuale di Amnesty International, presentato dal direttore per i Global Issue, Audrey Gaughran, che sottolinea i casi particolari di Iran e Iraq. «Due Paesi - spiega - sono i principali responsabili dell'aumento delle esecuzioni nel 2013: Iran e Iraq. In entrambi la situazione è preoccupante: in Iran ufficialmente ce ne sono state 369, ma in realtà sappiamo che sono molte di più. In Iraq ne abbiamo registrate 169, e l'aumento rispetto al 2003 è molto rilevante».

Complessivamente, rispetto ai dati del 2012, si è registrata una crescita delle esecuzioni del 15 per cento, circa cento casi in più. E accanto ai Paesi del Medioriente il vero «buco nero» resta la Cina. «Complessivamente - aggiunge Gaughran - abbiamo registrato 778 esecuzioni, ma dato non comprende la Cina, dove vengono giustiziate ogni anno migliaia di persone, ma sono numeri coperti da segreto di Stato. Quindi ne abbiamo 778 più le migliaia in Cina».

La battaglia di Amnesty si rivolge quindi ora soprattutto verso Pechino, con la consapevolezza che la situazione si sta deteriorando anche su altri fronti.