Spagna, per Rajoy «missione impossibile» su economia e mercati
In vista maxi-manovre con rischi depressivi e alti costi sociali. Da Bruxelles, il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, si è congratulato con Rajoy, ricordandogli subito come la Spagna debba «adottare misure importanti». Rubalcaba ammette la sconfitta e chiede il congresso del Psoe
MADRID - Una vittoria annunciata, ma pur sempre di proporzioni eccezionali, garantirà al premier designato Mariano Rajoy la maggioranza assoluta per quattro anni alla guida della Spagna. Ma il compito che Rajoy e il Partido popular si trovano a dover affrontare è di dimensioni titaniche: disoccupazione ai massimi storici (il 21%, ma quella giovanile è al 45%), l'economia praticamente ferma e la fiducia dei mercati verso il sistema-paese Spagna in picchiata, con il differenziale sui bund tedeschi che si mantiene altissimo e agita lo spettro del default.
Spread a 470 punti - Non a caso, proprio all'indomani delle elezioni - che pure segnano una chiara alternanza democratica grazie a un modello politico sostanzialmente bipartitico - la borsa di Madrid ha chiuso in perdita del 3,48% e i «bonos» decennali hanno mantenuto tassi del 6,5%, con lo «spread» su quelli tedeschi ancora a 470 punti (quasi 100 in più rispetto a due settimane fa). Sempre oggi, la Banca di Spagna ha annunciato di aver assunto il controllo del Banco de Valencia, un istituto di dimensioni modeste ma che va a sommarsi ad altri quattro rilevati negli ultimi anni, per un totale di 8,5 miliardi di euro fra aiuti e linee di credito che pesano sulle arche dello Stato.
Rajoy durante la campagna elettorale non si è sbilanciato granché sulle misure che intende adottare: la campagna si è svolta nel clima surreale di un'austerity a cui molti si sono rassegnati, ma su cui il leader della destra non ha dato dettagli per non mettere a rischio il risultato. Il futuro premier ha soltanto insistito sul fatto che il potere d'acquisto delle pensioni non sarà ritoccato; per tutto il resto, ha aggiunto, «si vedrà cosa è possibile tagliare».
L'auspicio cinese - Dalla Cina, che detiene circa il 12% del debito pubblico della Spagna, è arrivato oggi l'auspicio che Spagna, Italia e Grecia superino «le attuali difficoltà», e che l'Unione europea attui «le misure necessarie decise ai vertici dell'Ue e del G20». «Speriamo che questo cambiamento conquisti la fiducia dei mercati», ha detto il portavoce del ministro degli Esteri, Liu Weimin, commentando la vittoria del Pp.
In vista maxi-manovre con rischi depressivi e alti costi sociali - Da Bruxelles, il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, si è congratulato con Rajoy, ricordandogli subito come la Spagna debba «adottare misure importanti» per ridurre il suo deficit di bilancio. Ma se anche si dovesse raggiungere il difficile obiettivo fissato da Bruxelles per quest'anno (deficit al 6% del Pil, dal 9%), la manovra correttiva per il 2012 (per arrivare al 4,4%) sarebbe comunque di 18 miliardi in un solo anno: molto di più rispetto ai 15 miliardi in due anni già tagliati da Zapatero con blocco delle pensioni, sforbiciate agli stipendi dei funzionari pubblici e soppressione del bonus bebé.
Considerato che un terzo del bilancio è dato dalla spesa pensionistica, quasi un altro terzo è dato da somme ferme per pagare gli interessi sul debito, i sussidi alla disoccupazione e i trasferimenti finanziari a regioni e comuni, restano poche strade obbligate: secondo molti analisti una di queste sarà l'aumento dell'Iva: «Le due grandi fonti di correzione sono l'Iva e i salari dei funzionari», afferma su El Pais Antonio Villar, professore di economia a Siviglia. Il tasso generale è al 18%, cioè più basso della media europea al 21%, ma secondo Juan Lopez Rodriguez, funzionario del ministero delle Finanze distaccato alla Commissione europea, gli aumenti già decisi nel 2010 hanno depresso i consumi e, probabilmente, «favoriscono l'evasione».
Riforma del mercato del lavoro - Alcuni esperti, come Javier Diaz-Gimenez della scuola d'impresa Iese, suggeriscono anche «una profonda riforma del mercato del lavoro» che riduca i costi dei licenziamenti e fomenti le assunzioni. Ma, insieme a nuovi tagli di prestazioni sociali su istruzione, sanità e disoccupazione (che potrebbero anch'esse figurare nel cocktail di misure adottate dal Pp), questo tipo di interventi potrebbe provocare forti proteste sociali. In una stagione in cui il malcontento si è già manifestato in modo clamoroso - e finora pacifico - negli ultimi mesi del governo di Zapatero col movimento degli indignados.
Rubalcaba ammette la sconfitta e chiede il congresso del Psoe - «Abbiamo chiaramente perso le elezioni»: Alfredo Perez Rubalcaba non accampa scuse dopo la peggior debacle elettorale della storia democratica dei socialisti spagnoli, appena 110 seggi con un numero di voti quasi dimezzato rispetto a quattro anni fa: il prezzo, secondo gli analisti, pagato dall'esecutivo e quindi dal partito alla crisi economica e a una gestione non brillantissima della stessa.
Dopo essersi congratulato con il vincitore, Mariano Rajoy, Rubalcaba ha annunciato di aver proposto al segretario - e premier uscente - José Luis Rodriguez Zapatero la convocazione di un Congresso che decida il futuro della leadership del partito per i prossimi quattro anni di opposizione; opposizione nella quale il Psoe, ha concluso Rubalcaba, «agirà d'accordo con i suoi valori e convinzioni» con l'obbiettivo di «recuperare occupazione ed economia» ma anche di «non perdere dei diritti che mantengono unita la società».
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