31 luglio 2025
Aggiornato 01:30
A pochi giorni da vertice Asean di Bali

Birmania, rinviata la liberazione dei prigionieri politici

Non ci sarà più un'amnistia collettiva, ma sarà concessa la grazia. Il 12 ottobre scorso erano stati liberati circa 6.300 prigionieri, 200 dei quali politici. San Suu Kyi: «Anno incoraggiante, ora liberare i detenuti»

RANGOON - La liberazione dei prigionieri politici in Birmania, annunciata per oggi, è stata rinviata dopo un vertice dei più alti funzionari del regime. Lo si è appreso da fonti ufficiali. «Non abbiamo ricevuto nessun ordine nè istruzione dai nostri superiori», ha detto un funzionario birmano.
I prigionieri politici dovrebbero essere liberati, caso per caso, attraverso grazia presidenziale sulla base delle raccomandazioni espresse dalla Commissione nazionale per i diritti dell'uomo, e non più attraverso un'amnistia collettiva, ha precisato il funzionario birmano. «Avverrà progressivamente - ha confermato un'altra fonte - non conosciamo la data esatta della loro liberazione perchè le liste devono essere ancora verificate e confermate».

Il 12 ottobre scorso erano stati liberati circa 6.300 prigionieri, 200 dei quali politici. Tra loro il celebre umorista dissidente Zarganar e membri della Lega nazionale per la democrazia, la formazione guidata dal premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Tra i liberati, tuttavia, non c'era alcuno dei leader della repressione del 1988.
La nuova liberazione era stata annunciata a pochi giorni dal summit dell'Associazione dei paesi del sud est asiatico (Asean) che si terrà a Bali, la prima grande riunione internazionale a cui partecipa il regime «civile» di Naypydaw. Il Presidente Thein Sein, arrivato al potere lo scorso marzo, spera di ottenere nel 2014 la presidenza dell'Asean, di cui la Birmania è membro dal 1997.
Non si conosce con precisione il numero degli oppositori politici detenuti: secondo la Lega democratica sarebbero circa 500.

San Suu Kyi: Anno incoraggiante, ora liberare i detenuti - Mentre si attende una liberazione «in massa» di detenuti politici, decisione rinviata proprio oggi, la premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, si è detta «incoraggiata» da quanto accaduto nel suo paese nell'ultimo anno, cioè da quando ha riacquistato la libertà. «Riguardo all'anno passato, credo di poter dire che è stato pieno di avvenimenti, stimolante e in certa misura incoraggiante», ha detto la leader della Lega per la democrazia nel corso di una conferenza stampa nella sede del partito a Rangoon, senza tuttavia confermare se si presenterà alle prossime elezioni birmane.
«L'anno scorso alla stessa ora, mentre parlavo in pubblico per la prima volta, avevo evocato l'intenzione di formare una rete per la democrazia - ha aggiunto Suu Kyi, che ha festeggiato il primo anniversario della sua liberazione il 13 novembre 2010, dopo sette anni agli arresti domiciliari, sottolineando - questa rete è stato uno dei grandi successi di quest'anno».
La leader dell'opposizione birmana non ha tuttavia fatto commenti sulla possibilità di presentarsi alle elezioni parziali previste nei prossimi mesi. In cambio ha rinnovato l'appello per la liberazione dei detenuti politici, poco prima che i responsabili del regime annunciassero il rinvio dell'amnistia prevista oggi: «Una questione molto importante per tutti noi che lavoriamo per la democrazia in Birmania è quella dei detenuti politici», ha dichiarato Suu Kyi. «Alcuni sono stati liberati negli ultimi anni, ma ce ne sono ancora in prigione», ha sottolineato.