24 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Smog

OMS: 17 città italiane tra le 30 più inquinate d'Europa

Prime Torino, Brescia, Milano. Ogni italiano ha 9 mesi vita in meno. Stimati nei 30 capoluoghi della pianura padana 7mila morti anno

ROMA - Diciassette città italiane sono nella lista delle 30 città più inquinate d'Europa: 'prime' in questa triste classifica Torino, Brescia e Milano. Sono le stime dell'Agenzia europea per l'ambiente. La situazione ambientale relativa alle emissioni di polveri sottili da trasporto urbano rimane critica nelle maggiori città italiane. Secondo dati recenti, nel 2010, 48 capoluoghi di provincia hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo (mg/m3) di polveri sottili oltre i 35 giorni consentiti dalla legge. Solo a Roma, che non è neanche tra le prime 3 città più inquinate, la concentrazione media annua di polveri sottili rilevata da centraline di fondo urbano situate nei parchi, corrisponde a oltre 30 mg/m3 ed è più elevata della media europea Eu15 che è pari a 24,6 mg/m3.

Quello emesso dal trasporto su strada rappresenta la principale fonte di emissione di particolato nelle aree metropolitane italiane ed il suo impatto continua a rappresentare un problema di sanità pubblica considerevole. «In Italia ogni cittadino perde in media 9 mesi di vita per esposizione al particolato - spiega Marco Martuzzi, responsabile impatto ambientale sulla salute del Centro europeo ambiente e salute Oms - Morti premature e malattie croniche ed acute seguitano a colpire individui e famiglie; la diminuzione dell'attesa di vita e della capacità produttiva pesa sulla nostra società; ed infine il costo di migliaia di ricoveri ospedalieri indebolisce il nostro sistema sanitario».

L'ultimo studio sulla situazione in Italia pubblicato nel 2006 dal Centro europeo ambiente e salute dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dal titolo 'Impatto sanitario del Pm10 e dell'ozono in 13 città italiane', stimava oltre 8 000 decessi l'anno per gli effetti a lungo termine dell'inquinamento atmosferico da particolato fine. Le principali cause di morte dovute all'esposizione al particolato sono patologie cardiocircolatorie e respiratorie e cancro al polmone, che interessano in particolare le persone che ne sono già sofferenti e gli anziani. L'impatto è importante anche sul fronte delle malattie, con bronchiti, asma, sintomi respiratori in bambini e adulti, ricoveri ospedalieri per malattie cardiache e respiratorie e perdita di giornate lavorative e di scuola. Rispetto ai dati analizzati nello studio del 2006, la misurazione delle concentrazioni di inquinanti è cambiata in Italia.

In molte delle città esaminate allora (Milano, Torino, Roma, Bologna, Firenze, Napoli, Venezia-Mestre), da anni ormai il Pm2.5 è misurato in maniera routinaria e altre città hanno iniziato i rilevamenti (Genova, Verona, Padova, Trieste). Il monitoraggio del Pm2.5 ha maggiore rilevanza per la salute in quanto le particelle più piccole penetrano più a fondo nei polmoni e possono raggiungere la regione alveolare. E i problema non può essere trascurato nelle città più piccole, che possono essere altamente inquinate. Considerando i soli 30 capoluoghi di provincia della Pianura Padana, il numero di morti dovuti alle polveri potrebbe superare i 7 000 l'anno, in base a calcoli elaborati applicando la metodologia dello studio 2006.