19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Francia

Rivolta dei diplomatici contro Sarkozy: un fiasco la politica estera

Il Presidente accusato di rovinare l'immagine della Francia. Troppi errori anche in Tunisia ed Egitto, tra dissidenti Villepin. Il governo ha replicato che la protesta è «motivata politicamente»

ROMA - «Contrariamente agli annunci strombazzati negli ultimi tre anni, l'Europa è impotente, l'Africa ci sfugge, il Mediterraneo non ci vuole parlare, la Cina ha addomesticato e Washington ci ignora»: questo il contenuto furente di una missiva firmata da un gruppo di diplomatici francesi, esasperati dalla politica estera del presidente Nicolas Sarkozy, accusato di rovinare l'immagine della Francia con una linea da dilettante e impulsiva centrata sulla sua gloria personale.

I 30 diplomatici ed ex inviati, che si fanno chiamare il «Gruppo Marly» ieri hanno reso pubblico il loro malcontento (ma non i loro nomi) sulle pagine del prestigioso Le Monde, dopo una serie di fiaschi francesi all'estero, che vanno dalle rivolte arabe all'America e alla Cina. Tanto più che il ministero degli Esteri vacilla, con la «ministra» Michelle Alliot Marie che dovrà dimettersi a settimane per il pasticcio combinato in Tunisia durante la rivolta. L'attacco dei 30 diplomatici, 20 dei quali in incarico, ha causato imbarazzo al governo e assestato un colpo pesante a Sarko, mentre il leader Ump punta a rilanciare la sua immagine di statista con la presidenza di turno del G8 e del G20.

Passi falsi ne sono stati fatti. Come in Messico, dove il presidente francese ha denigrato pubblicamente la giustizia nel tentativo di far liberare Florence Cassez, la cittadina francese in prigione da 60 anni con l'accusa di sequestro. Il presidente Calderon ha reagito infuriato, cancellando un anno di celebrazioni dell'arte messicana in Francia.

I malumori in realtà covano al Quai d'Orsay, sede del ministero degli Esteri francese a Parigi, da quando Sarkozy è diventato presidente nel 2007 e ha cominciato ad applicare i suoi metodi rudi al posto della sottile e bilanciata arte della diplomazia. «La politica adottata nei confronti di Tunisia ed Egitto è stata decisa dalla presidenza senza tenere conto delle analisi delle nostre ambasciate», ha denunciato il gruppo. Sarkozy ha licenziato l'ambasciatore di Tunisi e al suo posto ha messo un fedelissimo diventato la barzelletta del momento per avere insultato i giornalisti e per una sua foto in costume finita su internet.

Il governo ha replicato che la protesta è «motivata politicamente». I dissidenti sono sostenuti da un tale Dominique de Villepin, ex ministro degli Esteri francese e premier, tra i più accesi rivali di Sarkozy. Qualcosa si sta muovendo. Oggi la Alliot Marie (che l'altra sera ha definito «coraggiosa» la politica estera di Sarkozy) è stata tenuta lontana da una missione riparatrice in Tunisia. Al suo posto è andata la «ministra» delle Finanze Christine Lagarde.