19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Bilancio 80 morti

Tunisia nel sangue. Ben Ali: Polizia non spari

Le stime sono di radio Kalima. Manifestante morto dopo gli scontri a Tunisi. Il Presidente ha promesso riforme ed auspicato la riconciliazione nel Paese

TUNISI - Dall'inizio della rivolta del pane a dicembre in Tunisia oltre 80 persone sono state uccise negli scontri tra manifestanti, esercito e polizia. E' questo il bilancio reso noto da radio Kalima che ha citato «fonti di informazione indipendenti». Una stima che potrebbe ancora crescere a causa della situazione esplosiva nel Paese. Nella capitale ieri un altro manifestante è rimasto ucciso, colpito dai colpi d'arma da fuoco esplosi dalla polizia nel quartiere Lafayette, non lontano dalla strada principale della capitale, il viale Bourguiba.

La situazione a Tunisi si era fatta più critica dopo che la polizia aveva disperso centinaia di manifestanti a colpi di lacrimogeni. Radunati a Rue de Rome, nei pressi dell'ambasciata di Francia, i dimostranti hanno tentato di raggiungere l'Avenue Bourguiba ma sono stati fermati dalle forze dell'ordine che hanno fatto abbondante uso di lacrimogeni. I manifestanti si sono dispersi nelle strade vicine senza poter ripiegare sulla piazza Mohamed Ali dove si trova la sede della centrale sindacale, l'Unione generale dei lavoratori tunisini (Ugtt), che è stata circondata dalle forze di polizia.

Alcuni quartieri della capitale, secondo i testimoni, sono in mano ai dimostranti e sarebbero in corso saccheggi. A rendere ancor più critica e allarmante la situazione l'incertezza sulle mosse del presidente Ben Ali. Per tutta la mattina radio e tv di stato hanno preannunciato un prossimo intervento televisivo del presidente ma per ora il presidente non è ancora apparso in tv o alla radio. Testimonianze da Tunisi riferiscono che in molti casi, dopo che l'esercito ha lasciato la capitale, le forze di polizia starebbero smobilitando. Alcuni agenti si sono rivolti direttamente ai negozianti avvertendoli di «non contare su di loro» e consigliando a tutti di chiudere le botteghe e tornare a casa. C'è anche chi parla di «diserzioni» tra le forze dell'ordine e i soldati.

Intanto il presidente tunisino Zine El Abidine Ben Ali ha parlato in diretta televisiva ai cittadini, il suo terzo discorso dall'inizio dei disordini in Tunisia. Con un tono diverso dai precedenti, Ben Ali ha promesso riforme ed auspicato la riconciliazione nel Paese. Ha anche detto di aver vietato alle forze dell'ordine di sparare sui manifestanti e ha fatto una distinzione tra questi e i criminali «che approfittano della situazione».

Il presidente tunisino, al potere dal 1987, ha annunciato la creazione di una commissione nazionale indipendente «composta da personalità credibili» con il compito di «rivedere la legge elettorale per preparare le elezioni del 2014»: questa legge dovrà introdurre una «distinzione tra le elezioni legislative e presidenziali», che finora invce si svolgono contemporaneamente. Ben Ali ha detto anche di non volersi ricandidare.