Gbagbo, Gran Bretagna e Canada respingono espulsione ambasciatori
Londra e Ottawa: «Riconosciamo solo le decisioni di Ouattara, considerato dalla comunità internazionale come il vincitore delle elezioni presidenziali»
ABIDJAN - Dopo il ritiro delle credenziali ai loro ambasciatori in Costa d'Avorio, a seguito della richiesta del presidente uscente Laurent Gbagbo, Gran Bretagna e Canada hanno respinto la decisione spiegando che nessun provvedimento in tal senso è giunto dall'unico capo dello Stato ivoriano riconosciuto, ovvero Alassane Ouattara. La Gran Bretagna ha fatto sapere di riconoscere come legittimi solo i provvedimenti di Ouattara, considerato dalla comunità internazionale come il vincitore delle elezioni presidenziali del 28 novembre scorso. Una presa di posizione condivisa anche dal Canada, il cui ambasciatore ha ricevuto un ordine di espulsione da Gbagbo, così come il rappresentante diplomatico britannico.
Il governo di Gbagbo ha annunciato ieri di avere ritirato le credenziali agli ambasciatori britannico e canadese come prima azione di ritorsione alla posizione espressa dalla comunità internazionale, che considera Ouattara come presidente eletto legittimo. Una decisione presa «in applicazione del principio di reciprocità che regola le relazioni diplomatiche», è stato spiegato. Gran Bretagna e Canada avevano ritirato le credenziali ai due ambasciatori ivoriani nel dicembre scorso.
Intanto ieri il dipartimento del Tesoro statunitense ha annunciato di aver congelato i beni negli Stati Uniti di Laurent Gbagbo, della moglie e di tre suoi stretti collaboratori. La decisione è stata presa sulla base di un decreto che permette di imporre sanzioni finanziarie contro coloro che «rappresentano una minaccia per la pace e per il processo di riconciliazione nazionale in Costa d'Avorio o che agiscono o dichiarano di agire in loro nome», ha scritto il Tesoro in un comunicato.
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