Lula decide ma il caso si trascinerà ancora per mesi
Fra Tribunale Supremo, appelli e nuovo governo, e in Brasile è estate. Scontro inedito ma anche tentativo di stemperare clamore
ROMA - Non finirà oggi la telenovela Italia-Brasile su Cesare Battisti. Il presidente (ancora per poche ore) brasiliano Luis Ignacio Lula da Silva oggi, ormai è chiaro, annuncerà che non concede l'estradizione all'Italia bensì l'asilo politico all'ex terrorista rosso, condannato in patria a 4 ergastoli per altrettanti omicidi. Ma non è l'epilogo di questa vicenda che si trascina ormai da oltre un anno, rimpallata fra governo e Tribunale Supremo. Infatti Lula presenterà istanza per il mantenimento di Battisti in Brasile e la richiesta dovrà ancora essere rivalutata dagli undici giudici del Supremo, ove l'Italia intende presentare un nuovo appello.
E non basta, ci sono altri due fattori in gioco: primo, è piena estate in Brasile, come se fosse l'inizio di agosto in Italia, le attività istituzionali sono a zero e il Supremo tornerà operativo solo in febbraio. Inoltre il paese è a metà del guado: Lula conclude il suo mandato stanotte, la nuova presidente Dilma Rousseff si insedierà poi e deve ancora completare la rosa dei suoi ministri.
Nel contestare la probabile decisione di Lula, ieri Nabor Bulhoes, legale che rappresenta il governo italiano nella causa sull'estradizione, ha spiegato a TM News che presenterà un nuovo appello al Supremo: «E' anzi fatale che si andrà avanti, ma per dire come e in quali modi aspettiamo di leggere, nel caso, le motivazioni che accompagneranno la richiesta di mantenimento di Battisti in Brasile».
Battisti è stato arrestato in Brasile dopo che era fuggito da Parigi dove la giustizia francese aveva deciso di consegnarlo all'Italia. La sua riconversione a intellettuale e scrittore di gialli in Francia ha spinto molti a schierarsi con lui se non a credere alla sua innocenza. Bulhoes ha ricordato che la storia fin qui si è giocata fra sottili cavilli giuridici che hanno messo di fronte due poteri dello Stato, da una parte la Corte Suprema brasiliana, e dall'altra la presidenza della Repubblica, in un inedito scontro di poteri ai massimi livelli, dopo che, nel gennaio del 2010, l'ex ministro della giustizia Tarso Genro aveva concesso lo status di rifugiato al terrorista italiano.
La decisione finale del Supremo dunque potrebbe non essere scontata. Il presidente della Corte, Cezar Peluso, ha detto che prima di determinare il destino di Battisti il tribunale dovrà analizzare gli argomenti utilizzati da Lula. Il presidente uscente da parte sua si appoggia a un parere dell'avvocatura di Stato, che elenca degli argomenti a favore della concessione dell'asilo. La sostanza, comunque, appare abbastanza chiara: il Brasile - paese con una lunga tradizione di asilo ai ricercati - nel caso Battisti sta prolungando quanto più possibile una vicenda scomoda anche per stemperarne il clamore.
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