18 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Regime iraniano

Cambio di bandiera e nome, così l'Iran elude sanzioni a navi

New York Times: ecco come Teheran rende inefficace la «blacklist»

NEW YORK - La bandiera di Hong Kong, un nome inglese rassicurante. E le navi iraniane, tornate 'vergini', possono ricominciare a viaggiare e trasportare il loro carico clandestino di armi. In barba alle sanzioni di Stati Uniti e Onu. Ma davvero basta cambiare bandiera e dare una mano di vernice sul nome per riuscirci? A quanto pare sì, secondo un'inchiesta del New York Times.

The Diplomat, The Amplify, System Wise, Great Method, Alias: nomi senza macchia, come del resto le bandiere di Hong Kong, Malta e Germania. Ma dietro la storia recente e candida di queste navi e delle loro compagnie, come la Starry Shine, si nasconde il passato dell'Islamic Republic of Iran Shipping Lines (Irisl), la compagnia di Stato iraniana. Che per evitare controlli e sanzioni, ha creato una rete di compagnie prestanome e compiacenti per rendere inefficace la 'blacklist'.
Secondo l'inchiesta del quotidiano newyorchese, solo 46 delle 123 navi della Irisl sono tuttora di proprietà della compagnia iraniana, quattro quelle affondate. Le altre 73, invece, continuano a navigare sotto altri nomi e bandiere. Invisibili all'Occidente.