29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Alla fine hanno firmato

Da Obama e Medvedev sì al nuovo disarmo

Un complesso negoziato, ma restano le difficoltà sullo scudo USA. Il nuovo Start prevede che Usa e Russia possano avere 700 vettori

PRAGA - E' stato un parto difficile, ma alla fine il nuovo trattato sulla riduzione delle armi nucleari strategiche e di teatro ha visto la luce. Il presidente degli Stati uniti Barack Obama e il presidente russo Dmitri Medvedev hanno apposto a Praga la loro firma sul documento lungo 160 pagine e sui suoi allegati, ponendo le basi della nuova architettura della potenza nucleare dopo la scadenza del vecchio Start firmato dall'ultimo presidente sovietico Mikhail Gorbaciov e da George Bush padre.

Una firma slittata per mesi di fronte a un punto su cui le due potenze nucleari non hanno trovato un preciso accordo e che, anche oggi, nella Sala spagnola del Castello della capitale ceca, è stato chiaramente ammesso dai due leader: il collegamento tra le armi offensive strategiche e l'armamento difensivo. In poche parole: lo scudo antimissilistico che gli Stati uniti intendono allargare anche all'Europa orientale. Le due diplomazie si sono esibite in capriole diplomatiche, che alla fine hanno portato a una soluzione di compromesso soddisfacente anche per Mosca, che però ha inteso presentare una sua dichiarazione unilaterale sull'aspetto più controverso.

Il nuovo Start prevede che Usa e Russia possano avere 700 vettori - missili balistici intercontinentali (Icbm), missili balistici a lancio da sottomarino (Slbm) e bombardieri pesanti (Hb) - dispiegati e 1.550 testate. Il trattato, a validità decennale, stabilisce anche i nuovi meccanismi di verifica reciproca del suo rispetto.

Dopo la firma del trattato e dei protocolli aggiuntivi, i due presidenti non hanno lesinato in aggettivi nei loro commenti in una conferenza stampa congiunta. Obama ha definito il nuovo Start «una pietra miliare per la sicurezza nucleare, per la non proliferazione e per le relazioni bilaterali» che renderà «gli Stati uniti e il mondo intero più sicuri». Un trattato «storico», che spera diventare una base per ulteriori tagli agli arsenali nucleari. Il riferimento è, da un lato, alle testate delle due potenze non dispiegate - si parla di circa 6mila - e agli altri paesi che hanno o si vogliono dotare dell'arma atomica. Proprio a Praga, un anno fa, il leader americano pronunciò un importante discorso sulla non proliferazione nucleare. Oggi Obama ha ribadito la volontà Usa di rafforzare il Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp).