24 maggio 2025
Aggiornato 00:00
Scandalo pedofilia

Il «NYTimes» accusa il Papa. Vaticano: attacco ignobile

Padre Murphy abusò di 200 ragazzini sordi negli Usa nei '60-'70. Vaticano: nessuna responsabilità diretta del Ponteficie

CITTÀ DEL VATICANO - «C'è il pericolo di grande scandalo qualora il caso venisse pubblicizzato dalla stampa». Sul caso di padre Lawrence Murphy, un sacerdote americano che negli anni Sessanta-Settanta abusò sessualmente di circa duecento ragazzini sordi in un istituto cattolico di Milwaukee, il vescovo Rembert Weakland ci aveva visto lungo. Era il 30 maggio del 1998.

L'«accusa» - Il presule era stato convocato in Vaticano per discutere del caso Murphy con Tarcisio Bertone, allora segretario della Congregazione per la dottrina della fede guidata da Joseph Ratzinger. Oggi Ratzinger è Papa, Bertone è segretario di Stato, e il New York Times ha ritirato fuori la vicenda. Sulla scorta della documentazione riservata di cui è in possesso, il quotidiano Usa suggerisce che gli attuali vertici del Vaticano - in queste settimane alle prese con gli scandali dei preti pedofili in Irlanda, Germania, Austria, Olanda ed altri paesi ancora - insabbiarono le accuse e decisero di evitare che padre Murphy venisse processato.

Immediata la reazione della Santa Sede. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, respinge le accuse con forza. Ricostruisce la vicenda e spiega che non c'è stata nessuna copertura, nessuna proibizione di denuncia degli abusi, e che la Congregazione per la Dottrina della Fede venne informata dei fatti solo una ventina di anni dopo. Più dura la presa di posizione dell'Osservatore romano, secondo cui i mass media hanno «l'evidente e ignobile intento di arrivare a colpire, a ogni costo, Benedetto XVI e i suoi più stretti collaboratori». Invece, «come si può facilmente dedurre anche leggendo la ricostruzione fatta dal New York Times, sul caso di padre Murphy non vi è stato alcun insabbiamento».