18 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Elezioni irachene

In Iraq prosegue il testa a testa fra Al Maliki e Allawi

Bi ha più voti, ma Aed in testa in sette provincie su diciotto

BAGHDAD - Con il 93% del voto scrutinato, il Blocco Iracheno (Bi, laico e che comprende anche personalità sunnite) di Ayad Allawi si profila come il primo partito nelle elezioni irachene, con circa 8mila votidi vantaggio sull'Alleanza per lo Stato di Diritto (Aed, sciita) del premier iracheno uscente Nouri al Maliki; tuttavia quest'ultimo è in testa in sette delle diciotto provincie del Paese, contro le cinque conquistate dal Bi.

In particolare, l'Aed si sarebbe assicurata il vantaggio nella circoscrizione di Baghdad, la principale del Paese con i suoi 70 deputati sui 325 in lizzai; Al Maliki può contare sul fatto di essere in vantaggio anche a Bassora, terza circoscrizione del Paese con 24 deputati, mentre nelle tre provincie autonome del Kurdistan iracheno è netto il vantaggio di Kurdistania, la coalizione fra i due partiti storici curdi (Upk e Pdk), sulla nuova formazione del Gorren. A sorpresa, il Bi sarebbe però in testa - seppure di poco - a Kirkuk.

La presenza nel panorama elettorale di Kirkuk rappresenta una novità rispetto al 2005: la provincia viene considerata una bomba a orologeria data l'importanza petrolifera della zona, «arabizzata» per questo da Saddam e oggetto ora di un ritorno massiccio della popolazione curda, che la considera parte della propria regione autonoma: qualunque sia l'esito delle elezioni, non appare probabile che quelle delle varie comunità - arabe sciite e sunnite, curde e turcomanne - che risultino sconfitte accettino il verdetto delle urne senza proteste.