29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Rapporti USA-Russia

Nuove sanzioni all'Iran, Putin «apre» alla Clinton

Il Presidente russo chiede «in cambio» investimenti americani nell'economia di Mosca

MOSCA - Investimenti Usa in Russia in cambio di uno spiraglio aperto da Mosca sulle sanzioni all'Iran. Il secondo giorno della visita nella capitale russa del Segretario di Stato americano Hillary Clinton, si è concluso con un doppio incontro con il presidente Dmitri Medvedev e il premier Vladimir Putin, nel segno del pressing di Washington sulla firma del nuovo trattato sul disarmo Start e di una posizione più conciliate dei russi sul problema del nucleare iraniano. Putin dal canto suo ha chiesto agli USA di investire nell'economia russa - vista la sete di capitali provocata dalla crisi - e ha ricordato le sanzioni degli Stati Uniti contro le compagnie russe.

PUTIN «DISPONIBILE» - I media americani parlano di un Putin molto più disponibile rispetto al passato nei confronti della Clinton. Non a caso il primo ministro ha detto che l'adozione di una risoluzione sulle sanzioni contro l'Iran è possibile, pur notando di non essere sicuro che questa decisione porterà al risultato desiderato. Sinora solo Medvedev si era pronunciato in tal senso e oggi ha ribadito il concetto: solo nel caso di «sanzioni intelligente» che non colpiscano la popolazione, ma il potere di Teheran qualora si dimostri realmente pericoloso. Ma la vera novità è che da oggi anche Putin si è dimostrato più possibilista rispetto alle esigenze occidentali a favore delle sanzioni.
Separatamente, il Primo Ministro ha preso atto della mancanza di investimenti Usa in Russia, e il declino del commercio tra gli Stati Uniti e la Russia. Clinton ha fatto eco a Putin: «Sono contenta che hai toccato alle relazioni economiche, perché siamo profondamente impegnati ad ampliare e approfondirle».

Secondo il Wall Street Journal, l'incontro con Putin non era inizialmente previsto per la Clinton. E i media americani temevano che qualcosa potesse rovinare il successo dei negoziati con Medvedev. Soprattutto dopo che il premier aveva annunciato: Bushehr, la centrale nucleare costruita dai russi in Iran, vedrà l'alba del primo reattore questa estate. E benché poi il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov abbia cercato di rimettere a posto le cose - Bushehr è sotto il pieno controllo di sicurezza dell'AIEA e ha un ruolo speciale nel mantenere l'AIEA in Iran, per garantire il rispetto iraniano con i suoi obblighi - di fatto Putin senza tante cerimonie aveva affrontato un tema sensibile per la diplomazia americana - la minaccia iraniana - e secondo il The Wall Street Journal le «dichiarazioni di Putin erano «uno schiaffo al segretario di stato Clinton».

SORRISI - L'incontro tra Clinton e Putin ha visto tuttavia più sorrisi del previsto. E la disponibilità del premier - inattesa e tesa a guadagnare più investimenti in Russia - ha fatto la differenza. Mentre con Medvedev si è parlato più di Start: il rinnovo del trattato Usa-Russia (scaduto a dicembre) per il disarmo potrebbe essere firmato ad aprile, dice la Clinton. Il governo russo parla di Europa, senza specificare. Forse per scaramanzia. E dopo l'ennesimo rinvio, forse si profila un finalone.