23 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Lavrov e Clinton: siamo allo «spint finale»

Usa-Russia, vicino l'accordo sul disarmo nucleare

A Ginevra negoziati per nuovo trattato riduzione armi strategiche. Si va verso la sostituzione del Trattato scaduto il 5 dicembre 2009

GINEVRA - I negoziati per la firma di un nuovo trattato per la riduzione delle armi strategiche di teatro che sostituisca il vecchio Start del 1991, scaduto lo scorso 5 dicembre, sono «allo sprint finale». L'ha affermato oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha incontrato a Mosca il segretario di Stato Usa Hillary Clinton. Il capo della diplomazia americana gli ha fatto eco, assicurando che i negoziati termineranno «presto».

SOSTANZIALI PROGRESSI - «Siamo contenti del lavoro fatto dai negoziatori per mettere in pratica le istruzioni ricevute dai presidenti. C'è ogni ragione per credere che ci siamo avvicinati alla fase finale, allo sprint finale, e speriamo che i negoziatori forniranno rapporti in un vicinissimo futuro», ha detto, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax, il ministro degli Esteri russo. «Allora - ha continuato - discuteremo la data e il luogo che offriremo ai presidenti per firmare il documento».
Gli ha fatto eco Clinton, per la quale nei negoziati di Ginevra ci sono stati «sostanziali progressi» e «un accordo finale verrà raggiunto presto».
Clinton è a Mosca per partecipare domani alla riunione del Quartetto negoziale per il Medio Oriente. Non è la prima volta che Russia e Usa si dicono molto vicine all'accordo dalla fine dello scorso anno.

RISCHIO «VETI INCROCIATI» - Non è la prima professione d'ottimismo da parte di Mosca e Washington sull'imminenza d'un accordo. Da diversi mesi, tuttavia, queste la firma viene posticipata. La situazione sembra essere bloccata a un punto morto: quello del collegamento tra le armi nucleari offensive e quelle difensive. Nello specifico, per Mosca è dirimente il piano statunitense d'installare un sistema di difesa antimissilistica in Europa dell'Est, per quanto si tratti di un progetto ridimensionato da Obama rispetto al suo predecessore George W. Bush.
Negli ultimi giorni, in realtà, ci sono stati anche messaggi non necessariamente ottimistici. Il presidente della Duma, la camera bassa russa, ha detto chiaro e tondo l'altro ieri che, se il trattato non normerà anche il cosiddetto «scudo Usa», verrà bocciato dalla sua assemblea. «I deputati della Duma partecipano ai preparativi dell'accordo Start-2, ma non lo ratificheranno se non si stabilisce un legame con le questioni della difesa antimissilistica», ha detto il numero uno della Duma, che è anche un alto esponente del partito del premier Vladimir Putin, Russia unita.
D'altronde anche Lavrov, nelle scorse settimane è stato chiaro: il trattato dovrà contenere un legame «tra le armi difensive e offensive» in una forma «giuridicamente vincolante». Questo mentre Clinton sosteneva invece che «il modo migliore di fare passi avanti è quello di esaminare ogni questione a parte». Anche perché la posizione del presidente della Duma in realtà crea una simmetria col rischio che un eventuale trattato che contenga il riferimento allo scudo potrebbe essere bocciato dal Senato statunitense. La situazione potrebbe anche scontrarsi con veti incrociati e, al riguardo, si sarebbe manifestata una certa «frustrazione» di Obama, secondo quanto ha scritto il New York Times pochi giorni fa, dopo una telefonata sabato col leader russo Medvedev nel quale il Cremlino è parso rimettere in discussione alcuni punti che sembravano ormai regolati con reciproca soddisfazione.
Le trattative per un nuovo trattato sulla riduzione delle armi strategiche sono riprese dopo che, a luglio dello scorso anno, la prima visita di Obama a Mosca ha portato a un accordo con Medvedev su nuovi tetti per quel che riguarda le testate nucleari ei vettori. Le parti avevano concordato che le testate sarebbero state tra 1.500 e 1.675 (attualmente gli Usa ne dichiarano 2.200 e la Russia 3mila) e i vettori tra 500 e mille.