26 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Anniversario rivoluzione

Iran, alto rischio di proteste e scontri

Il regime ha minacciato nuove repressioni e ha dichiarato «tolleranza zero»

TEHERAN - L'Iran festeggia domani il 31esimo anniversario della rivoluzione islamica con delle manifestazioni ufficiali e con un alto rischio di contro-manifestazioni dell'opposizione verso le quali le autorità hanno dichiarato «tolleranza zero». Il tutto in un contesto di crescente pressione internazionale a causa della controversa questione del nucleare iraniano. In un nuovo gesto provocatorio, Teheran ieri ha avviato la produzione di uranio altamente arricchito e le potenze occidentali hanno minacciato il Paese di nuove sanzioni. Sanzioni che rischiano di aggravare ancora la situazione economica nella Repubblica islamica che, dalla contestata rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad nel giugno 2009, versa anche in una profonda crisi politica.

Manifestazioni a ripetizione dell'opposizione da otto mesi a questa parte hanno causato decine di morti e migliaia di arresti in tutto l'Iran, senza che la repressione esercitata dal regime, che ha giustiziato due oppositori e ne ha condannati a morte altri dieci, ne abbia fiaccato la determinazione.

In questa atmosfera tesa, l'establishment ha avvertito a più riprese che non tollererà voci discordanti nelle marce dell'11 febbraio, tradizionalmente utilizzate come dimostrazioni di forza e di popolarità del potere. Le forze dell'ordine e i bassijis, le milizie islamiche utilizzate nella repressione delle manifestazioni dell'opposizione, sono state mobilitate massicciamente e già oggi cominciavano a prendere posizione nelle strade di Teheran.

«La nazione islamica grazie alla sua unità e alla intercessione di Dio, infliggerà uno schiaffo all'arroganza (delle potenze occidentali, ndr) il 22 Bahman (11 febbraio) che le sorprenderà», ha dichiarato a inizio settimana la Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei. «Il principale obiettivo della sedizione dalle elezioni presidenziali è stata di dividere la nazione iraniana, ma non è riuscita nel suo intento», ha aggiunto.