Parigi e Berlino lanciano la roadmap per il 2020
Sul fronte economico i due paesi vogliono «rafforzare le convergenze delle loro analisi economiche»
PARIGI - Si svolge questo pomeriggio a Parigi il 12esimo Consiglio dei ministri congiunto franco-tedesco, presieduto da Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, per varare un blocco di 80 provvedimenti volti a rilanciare l'intesa fra i due Paesi nei prossimi dieci anni, una sorta di «road map» della cooperazione fra Parigi e Berlino fino al 2020. I due governi saranno al gran completo: un'occasione per far conoscere ai ministri francesi i membri del nuovo esecutivo tedesco, frutto della coalizione tra conservatori e liberaldemocratici.
Avviato in ottobre dal capo di stato francese e dalla cancelliera tedesca, poi perfezionato più volte nel corso delle settimane successive, il nuovo programma franco-tedesco si suddivide in sei grandi settori di cooperazione che verranno spiegati nei dettagli al termine dell'incontro all'Eliseo.
Sul fronte economico, i due paesi vogliono «rafforzare le convergenze delle loro analisi economiche», prima del vertice informale europeo della prossima settimana, dedicato al rilancio della crescita, e a «coordinare gli sforzi» in materia di regolamentazione finanziaria.
Dopo il semi-fallimento del vertice di Copenaghen, Francia e Germania vogliono inoltre «lavorare assieme a un accordo internazionale ambizioso» per ridurre i gas a effetto serra, con particolare attenzione allo sviluppo delle auto elettriche.
In materia di innovazione, Parigi e Berlino vorrebbero «raddoppiare il numero degli studenti beneficiari dei programmi dell'universtià franco-tedesca» e «incrementare gli scambi scolastici». Sulla politica estera, di difesa e sicurezza, diversi progetti sono destinati a rafforzare la cosiddetta «cooperazione rafforzata» tra i due paesi in Afghanistan, la lotta contro l'immigrazione clandestina, il traffico di droga, i controlli sul traffico aereo. Verranno inoltre soppressi molti «ostacoli giuridici» in materia di regime patrimoniale e familiare. Infine, in ambito istituzionale, è prevista la possibilità che un ministro di un paese partecipi a riunioni del consiglio dei ministri dell'altro.