19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Dopo la sconfitta elettorale in MAssachusetts

I Democratici pensano a un piano B sulla sanità

L'ipotesi più accreditata è quella di votare alla Camera la legge del Senato

NEW YORK - Dopo la sconfitta elettorale in Massachusetts per i democratici è arrivato il momento di pensare seriamente ad un piano B per approvare la riforma sanitaria del presidente Barack Obama. La vittoria del repubblicano Scott Brown sulla democratica Martha Coakley per il seggio che fu di Ted Kennedy impedisce infatti al partito di avere i 60 voti assicurati al Senato che consentirebbero il passaggio della riforma e di altre leggi ambiziose dell'agenda di Obama.

La vigilia di Natale il Senato, senza un singolo voto repubblicano, ha approvato una sua versione della legge di riforma sanitaria. Una delle possibilità per i democratici è far votare alla Camera dei Rappresentanti quella versione. Sarebbe un modo di raggiungere rapidamente un grande successo legislativo sul fronte interno per il presidente Obama. Ma molti, forse troppi, democratici alla Camera hanno espresso riserve sulla versione del Senato, tanto da fari dubitare che un'approvazione sia raggiungibile.

I democratici più liberal vedono la versione del Senato come frutto di compromessi troppo forti per accontentare i conservatori. Un altro punto di discordia è l'aborto, perché la versione del Senato fa troppo poco per limitare l'utilizzo di fondi pubblici per l'interruzione della gravidanza.

Un'altra opzione nelle mani dei democratici sarebbe quella di far passare una nuova legge al Senato con una procedura chiamata «budget reconciliation», che richiede solamente 51 voti a favore, ma limita i contenuti di una legge solo a provvedimenti che si riflettono sul budget federale. In questo caso però la riforma dovrà essere necessariamente molto meno ambiziosa.

Una cosa è sicura, discutere una revisione della legge alla Camera e poi riportarla al Senato per il voto sarebbe un'impresa quasi impossibile, visto che i democratici ora controllano solo 59 voti. Nonostante la difficoltà nel raggiungere i 218 voti necessari per far approvare dalla Camera la versione del Senato, per i democratici questa resta forse l'opzione migliore.