24 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Caos a Teheran

Iran, stretta sull'oppozione. Arresti a tappeto

Domani manifestazioni filo regime. Giunge la condanna internazionale per la repressione e gli arresti

TEHERAN - Domani si prevede un'altra giornata di tensione in Iran: le autorità infatti hanno lanciato un invito a contromanifestare in favore del regime in tutte le città del Paese. La massiccia partecipazione a questi raduni, alcuni dei quali si sono svolti già oggi, «umilierà» coloro che hanno criticato la repressione delle manifestazioni di domenica, ha affermato il presidente ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad, definendo quei cortei come «una messa in scena sionista-americana».

REAZIONI - Teheran ha accusato Londra di ingerenza negli affari interni iraniani e ha convocato l'ambasciatore britannico. Quest'ultimo ha risposto che «il governo iraniano deve rispettare i diritti dell'uomo e dei propri cittadini», ha precisato il Foreign Office. In tarda serata il presidente francese Nicolas Sarkozy è intervenuto personalmente per condannare «la sanguinosa repressione delle manifestazioni in Iran»; prima di lui il ministro degli Esteri Bernard Kouchner aveva chiesto «la liberazione di tutte le persone detenute ingiustamente».

ARRESTI - Oggi, come ieri, sono proseguiti nel Paese gli arresti a tappeto di numerosi oppositori, fra questi la sorella del premio Nobel per la Pace 2003, Shirin Ebadi, poi di diversi giornalisti e attivisti per i diritti umani. Ebadi, che vive in esilio, ha rivolto pesanti critiche al governo di Teheran, qualificando l'arresto della sorella, «che non svolge attività politica», un tentativo di pressione contro di lei.

Il sito Rahesabz, principale forum dell'opposizione riformista, ha dato notizia di sette nuovi arresti di giornalisti, fra cui due dirigenti dell'Associazione dei giornalisti iraniani.

La polizia ha anche fermato una militante per i diritti delle donne e il cognato di Mir Hossein Mousavi, leader dell'opposizione. Il figlio di Mehdi Karoubi, assieme a Mousavi alla guida del movimento anti-Ahmadinejad, ha detto che il padre è praticamente «agli arresti domiciliari», perché le sue guardie del corpo non vogliono più proteggerlo quando esce di casa.

Infine l'ayatollah Abbas Vaez Tabasi, influente personalità religiosa in Iran, ha affermato che i leader dell'opposizione iraniana, in quanto «nemici di Dio», meritano la morte in virtù della legge islamica. «Coloro che guidano la rivolta sono dei Mohareb (nemici di Dio)», ha dichiarato l'ayatollah, che rappresenta la Guida suprema, il grande ayatollah Ali Khamenei, nella provincia di Khorosan (nord-est dell'Iran). Si tratta della minaccia più pesante mai pronunciata finora nei confronti dei leader dell'opposizione.