29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
Festa del Ringraziamento

«Io ti grazio», gag di Obama davanti al tacchino

Il Presidente: «Andiamo via prima che mi venga fame e cambi idea»

NEW YORK - «A dire il vero io volevo mangiarlo ma grazie a Sasha e Malia annuncio che anche quest'anno il tacchino sarà graziato». Barack Obama ha scherzato con i reporter durante la sua prima «cerimonia del perdono», che ogni anno salva dal banchetto presidenziale uno dei tacchini donati alla Casa Bianca in occasione della festa del Ringraziamento. Obama è apparso con le due figlie nel Giardino delle Rose di Washington, accanto a Courage, un tacchino bianco di circa 20 chili che volerà domani a Disnelyland dove passerà il resto dei suoi giorni assieme ai suoi predecessori.

Il presidente ha inscenato una vera e propria gag con Courage alzando le mani in segno di benedizione e dicendo solennemente «con questo gesto io ti grazio» e aggiungendo, tra le risate dei presenti, «facciamolo in fretta prima che cambi idea». «Mi hanno detto che Eisenhower e Johnson mangiarono i loro tacchini, non posso fargliene una colpa», ha detto Obama ricordando che la tradizione della «grazia» risale formalmente al 1989 quando Geroge W. Bush risparmiò per primo due pennuti. «A questo tacchino sarà evitato il suo terribile e delizioso destino, ora però andiamo via prima che mi venga troppa fame», ha detto Obama accarezzando Courage, apparentemente a suo agio sotto l'attenzione delle telecamere. Fra risate e tenerezze anche le figlie Sasha e Malia si sono azzardate ad allungare la mano e carezzare il bianco pennuto, pacifico nonostante il becco.

Obama passerà il pomeriggio con la famiglia facendo volontariato tra i poveri della capitale (con un giorno di anticipo visto che il Ringraziamento si celebra domani), come fece anche l'anno scorso, quando non si era ancora insediato alla Casa Bianca. «Sono tempi difficili», ha concluso Obama facendo gli auguri agli americani per la festa del Ringraziamento di domani, «ma noi americani abbiamo una forza infinita e dobbiamo rendere grazie per questo ai nostri predecessori, gli uni agli altri e a Dio».