19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Politica estera

Singh alla corte di Obama teme lo strapotere cinese

Annunciati nuovi accordi India-USA durante la visita di Stato dopo due ore di incontri nello Studio Ovale

NEW YORK - Quella di Manmohan Singh a Washington è la prima visita di Stato organizzata sotto la presidenza Obama. Un onore riservato al premier indiano che in molti hanno visto come il tentativo di compensare i timori di Nuova Delhi che la nuova amministrazione americana abbia scelto la Cina come interlocutore privilegiato nella regione.

Singh e Obama hanno parlato nello Studio Ovale per circa due ore ieri affrontando i temi principali della collaborazione commerciale e politica tra i due Paesi, destinata a crescere nei prossimi anni. «Una relazione che sarà decisiva per gli equilibri del terzo millennio», la ha definita Obama che ha inoltre accettato l'invito a visitare l'India nel 2010.

Per Singh è stata addirittura organizzata la prima cena di Stato di Obama e della first lady. Un programma degno di Broadway, con cantanti, coreografie, tende allestite appositamente, cuochi arrivati dall'estero e 320 ospiti di altissimo livello. Una cerimonia dal almeno 500 mila dollari mai prevista per nessuno degli oltre 70 leader ricevuti da Obama nel suo primo anno alla Casa Bianca.

Il primo ministro indiano, arrivato negli Stati Uniti esattamente un anno dopo gli attentati di Mumbai, ha chiesto esplicitamente un maggiore ruolo americano nella caccia ai terroristi. L'altro annuncio del giorno è la nuova spinta data in vista della conferenza internazionale sul clima di Copenaghen. Sia Obama che Singh hanno detto che dal vertice dovrà uscire un accordo «organico». Gli Stati Uniti aiuteranno l'India nello sviluppo del nucleare civile e aumenteranno la cooperazione su agricoltura e energie alternative. Sul tavolo ci sono inoltre commesse militari da miliardi di dollari che Singh conta di portare a termine con l'industria bellica statunitense.