5 maggio 2024
Aggiornato 06:30

Riforma sanitaria USA, al via rush finale

Ma firma Obama attesa per Natale. Dopo voto delle Camere servirà commissione di conciliazione

NEW YORK - Nelle ore in cui la Camera dei Rappresentanti inizia il conto alla rovescia in vista del voto sulla riforma della sanità al Senato, i tempi rischiano di slittare e il testo finale potrebbe non arrivare sulla scrivania presidenziale prima di Natale. Attualmente infatti i testi di legge sono due (erano cinque fino alla settimana scorsa) e il leader democratico in Senato, Harry Reid, ha proposto oggi una mozione che allungherebbe il calendario di voto alla Camera alta fino al 18 dicembre. Solo allora inizierebbero i lavori della commissione che dovrà arrivare alla versione finale del testo, riunendo la proposta votata alla Camera e quella del Senato.

DUE BOZZE DIFFERENTI - A differenza di quanto avviene nel bicameralismo perfetto italiano, le Camere statunitensi approvano spesso su due testi anche molto diversi tra di loro. Nel caso della riforma della Sanità voluta da Barack Obama basta vedere il capitolo di spesa per accorgersi della differenza: il testo al Senato si aggira sugli 830 miliardi di dollari mentre quello presentato questa mattina alla Camera costerà allo Stato 894 miliardi nei prossimi dieci anni. Anche la questione della «public option», l'ingresso dello Stato nel mercato assicurativo, è trattato in modo differente nelle due bozze. I due rami del Parlamento potrebbero dunque varare due leggi molto diverse tra di loro.

Il processo legislativo prevede in quel caso due opzioni: o il testo fa avanti e indietro tra le due Camere fino a che entrambe non hanno approvato la medesima versione, o si crea una commissione bicamerale di conciliazione che fonde i testi in un'unica versione finale. Nel caso della sanità questa è la possibilità più concreta, visti i tempi ristretti richiesti dalla Casa Bianca.

La commissione di conciliazione può anche far morire definitivamente una legge. I suoi membri sono nominati dal presidente della Camera e dal leader di maggioranza in Senato (che è solo formalmente guidato dal vicepresidente degli Stati Uniti). Anche la composizione dell'organismo può variare a seconda della discussione e in alcuni casi ha raggiunto anche i 100 membri.

FIRMA PRIMA DI NATALE - I tempi cambiano di volta in volta ma, secondo gli esperti di Brookings, la pressione della Casa Bianca spingerà a ultimare la procedura entro la fine dell'anno. Difficilmente però Barack Obama potrà firmare la legge prima di Natale.