3 maggio 2024
Aggiornato 07:00
Rivolta post-elettorale

Iran: tre condanne a morte per proteste post-elezioni

Avevano preso parte alle proteste per le elezioni presidenziali che hanno sancito la riconferma di Ahmadinejad ai danni di Mousavi

TEHERAN - Tre persone arrestate dopo le contestate elezioni presidenziali iraniane sono state condannate a morte. Lo ha indicato l'agenzia di stampa Isna, citando un portavoce del ministero della Giustizia della repubblica islamica, Zahed Bashiri Rad.

Mohammad Reza Ali Zamani è stato il primo imputato al quale è stata inflitta la capitale, a seguito dei disordini scatenati dalla rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Il tribunale della rivoluzione di Teheran ha condannato Zamani per appartenenza a quella che il giudice ha definito «organizzazione terroristica».

Gli inquirenti hanno riferito che l'imputato ha ammesso l'accusa di spionaggio, ma i gruppi per la tutela dei diritti umani - in prima fila Amnesty International - hanno denunciato che per ottenere le cosiddette confessioni è stata praticata la tortura.

I tre imputati sono stati riconosciuti colpevoli anche di legami con organizzazioni interdette in Iran. «M.Z. e A.P. sono stati condannati per i loro legami con l'associazione della monarchia dell'Iran e N.A per i suoi legami con Monafeghin», ha detto Rad alludendo ai Mujaheddin del popolo, un gruppo di opposizione iraniano in esilio.

La rielezione di Ahmadinejad, lo scorso 12 giugno, scatenò massicce proteste di piazza per denunciare brogli - i cartelli 'Where is my vote?' (Dov'è il mio voto?) ne sono diventati il simbolo - e migliaia di persone sono state arrestate.

L'opposizione ha parlato di almeno sessantanove vittime durante la repressione, compresi alcuni manifestanti morti per le torture in carcere.

La maggior parte dei detenuti è stata scarcerata, ma oltre cento figure di spicco dell'opposizione sono al momento sotto processo con l'accusa di aver organizzato l'uso delle proteste anti-elettorali per destituire la leadership clericale iraniana.